Marcare il territorio. Di Maio riunisce alla Farnesina i ministri 5 Stelle, poi informa su facebook che per lui Conte non è affatto il nuovo numero uno dei grillini ma ancora «il garante, anche di questo nuovo governo». Soprattutto il neo ministro degli esteri insiste con il taglio dei parlamentari, che il M5S – e il programma di governo – vogliono «al primo calendario utile» della camera, cioè a settembre. «Siamo pronti all’ultimo voto», scrive Di Maio, ripetendo la storia del «mezzo miliardo di euro» di risparmi, quando in realtà sono molti meno (circa 350 e in 5 anni). Il punto di attrito con il Pd e Leu sta proprio nella tempistica, perché gli alleati dei 5 Stelle vogliono legare l’ultimo e definitivo sì alla riforma costituzionale (che fin qui hanno contestato) a un impegno preciso sulla nuova legge elettorale proporzionale e alla riforma dei regolamenti parlamentari. Lunedì si attende un segnale nel discorso di Conte, ma tira una brutta aria. Il deputato grillino Brescia, presidente della prima commissione, avverte che «ogni dibattito sulla legge elettorale partirà una volta realizzato il taglio dei parlamentari che è il fondamento dell’accordo. È presto per annoiare gli italiani con discussioni infinite».