Non ci sono ancora conferme ufficiali. Ma i ribelli continuano a sostenere che le forze di Bahar al Assad avrebbero sferrato un terribile attacco con il gas nervino alla periferia est di Damasco. Le vittime, sempre secondo queste fonti (non confermate) sarebbero più di mille. Il governo siriano ha confermato l’attacco («il maggiore dall’inizio del conflitto»), ma ha negato di aver utilizzato armi chimiche. La Siria non ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche né accetta ispezioni.
Le Nazioni unite hanno chiesto al governo siriano l’autorizzazione a indagare sul presunto attacco chimico. La Francia è pronta a «un’azione fi forza» qualora i fatti venissero confermati.. Ma capire se sono state davvero impiegate armi chimiche potrebbe essere molto complicato. Come spiega Alessandro Barelli, del Centro antiveleni dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma.
Quali sono gli effetti del gas nervino?
L’effetto più importante è che colpisce i centri nervosi, perché interagisce con un enzima che serve per la stimolazione dei muscoli. Ma ci sono anche altri effetti, come la miosi – il restringimento delle pupille – o un eccesso di secrezione di liquidi come saliva, lacrime e anche muco. Di fatto si muore perché si blocca il diaframma e non si riesce più a respirare.
È complicato, dalla mera osservazione di un cadavere, stabilire se è stato avvelenato con gas nervino?

Non è difficile, è pressoché impossibile. Gli effetti secondari sono così poco specifici che non permettono di stabilire la causa di morte. Si potrebbe farlo solo osservandone l’effetto mentre avviene, ma a fatti avvenuti è davvero complicato. Oltretutto, esistono decine di varianti diverse, alcune evaporano facilmente, altre con più difficoltà. Insomma, un ventaglio quasi infinito di possibilità.

Quindi questo è l’assassino perfetto perché non lascia prove?
La questione è che il gas nervino, con tutte le sue varianti, è solo la più famosa di tutte le armi chimiche, ma non è certo l’unica.

Non c’è modo di capire se ne è stata utilizzata una?
Le armi si dividono in «convenzionali» e «non convenzionali». La differenza fra le prime e le seconde è che le prime «esplodono» e provocano lesioni o traumatismi gravi. Le seconde invece non lasciano segni visibili addosso. Ma possono essere chimiche, batteriologiche o radiologiche.

Sta dicendo che se si dovessero trovare migliaia di cadaveri senza segni evidenti di violenza si potrebbe concludere che sono stati avvelenati da un’arma non convenzionale?
Se si dovesse confermare l’assenza di traumatismi e lesioni, l’unica altra alternativa è che ci sia stata una epidemia. Ma è difficile spingersi più in là nella valutazione perché ci sono pochissimi casi documentati finora di utilizzo di armi chimiche, batteriologiche o radiologiche.