Domenico Marcucci, responsabile Sicurezza Filctem Cgil, la categoria che rappresenta i lavoratori chimici e del petrolio, un incidente come quello di Livorno poteva essere previsto e magari evitato?

Non ho gli elementi per pronunciarmi sullo specifico incidente di Livorno, ci vorranno gli accertamenti del caso, ma certo quando è in atto una fase di manutenzione c’è sempre un rischio. Il problema è rispettare con rigore le procedure e seguire con precisione la catena di comunicazioni tra le persone, o le diverse ditte, impegnate nella bonifica.

Questo vuol dire che possono esserci soggetti distinti che lavorano contemporaneamente?

Certamente, ma i problemi che possono originare il singolo incidente sono innumerevoli. A volte entra nel porto una nuova ditta in appalto, che non conosce bene l’ambiente: una buona formazione e preparazione dovrebbero bastare a garantire la sicurezza. Altre volte manca la comunicazione tra due imprese diverse, o due diversi gruppi di operai che devono lavorare in stretta connessione e rispettare con estrema precisione le priorità. Faccio un esempio: qualche anno fa c’è stato un grave incidente alla raffineria di Milazzo perché su uno dei serbatoi contenenti derivati del petrolio sono saliti due operai e hanno cominciato le operazioni di saldatura. Pensavano che il deposito fosse stato già precedentemente bonificato dall’apposita squadra, ma non era così. Le scintille causarono una forte esplosione.

Lo stesso potrebbe essere accaduto a Livorno?

Leggo che l’incidente è avvenuto nel trasferimento del materiale chimico. Sono state aperte le valvole giuste? Dell’acqua, o una scintilla, possono aver innescato l’esplosione?

Non dovrebbe essere tutto previsto nelle procedure? E il sindacato fa formazione?

A formare deve essere l’azienda, noi del sindacato facciamo dei corsi aggiuntivi per gli Rls, i responsabili della sicurezza. Nella contrattazione ci capita di richiedere obblighi formativi o di sicurezza maggiori. Ma qui si presenta un altro problema: mentre nel settore chimico e petrolifero gli obblighi contrattuali sulla sicurezza sono alti, ci sono altri contratti che prevedono minori tutele. Eppure vengono utilizzati spesso nelle stesse ditte che si occupano di manutenzione e bonifiche ambientali.

Infatti ai due lavoratori vittime di infortunio a Livorno era applicato il contratto dei trasporti.

Sì, parliamo di portuali, quindi per un verso è anche logico. Il problema è che nel nostro contratto ci sono pagine e pagine su sicurezza e salute rispetto alle materie chimiche che si possono maneggiare, in altri ci sono una o due pagine che riportano giusto gli obblighi di legge. Allora dobbiamo riuscire a tenere dentro tutti: in alcuni casi già si fa con la figura dell’Rls di sito, prevista dalla legge. Alcuni porti ce l’hanno già, non so se anche Livorno: coordina gli Rls di tutte le ditte che lavorano in un sito.

In concreto cosa si può chiedere di più nei contratti?

Ad esempio più ore di formazione. O maggiori informazioni: abbiamo ottenuto che l’annuale riunione sulla sicurezza prevista dalla legge sia seguita da un’informativa a tutti i lavoratori. Si dovrà riferire come stanno andando i dati infortunistici, le visite, i nuovi investimenti, i progetti formativi, l’uso dei dispositivi. Siamo tra le più basse categorie per incidentalità secondo l’Istat. Le aziende cercano di stare al passo, anche per ottenere certificazioni come l’Iso, ma aiuterebbe un più alto numero di controlli da parte di ispettorati e Asl.