Mentre Salvini partecipa al Congresso di Verona sulla famiglia, Luigi Di Maio compare a Roma, in una sala di Cinecittà. Accanto a lui c’è il sottosegretario con delega alle pari opportunità Vincenzo Spadafora, per parlare di «giovani e opportunità». Il messaggio è chiaramente rivolto all’alleato: «Voi vorreste tornare al passato, noi guardiamo al futuro». «A Verona si affronta il tema della famiglia con odio verso il prossimo – attacca il vicepremier grillino – con l’idea della donna confinata a casa ad allevare figli». Il sottosegretario grillino agli affari regionali Stefano Buffagni, che per primo nei giorni scorsi aveva attaccato la kermesse veronese, rincara la dose rivolgendosi ai «politici che hanno deciso di partecipare al Convegno sulla famiglia ma adesso ne minimizzano il messaggio»: «Perché andare a fare da megafono a questo tipo di pensiero intollerante?», chiede Buffagni alludendo esplicitamente a Salvini e alla pattuglia dei ministri leghisti presente a Verona.

Di Maio, in verità, lascia aperto uno spiraglio quando ripropone la formula salomonica espressa dal Papa, «non sono contro la sostanza ma contro la forma, noi teniamo tanto alla famiglia e siamo preoccupati per la crescita demografica». Poi, riferendosi alla partecipazione della senatrice del M5S Tiziana Drago, che venerdì ha preso la parola sul palco del Wcf, Di Maio parla di persone che «in buona fede» avevano pensato di partecipare «a un evento in difesa della famiglia ma si sono ritrovate a parlare di argomenti medioevali». Insomma, anche in questo caso la comunicazione grillina ricalca lo schema che si trascinerà fino alle europee: prendere le distanze dagli «estremismi verbali» della Lega ma rassicurare gli elettori dicendo che in fondo si tratta soltanto di «parole» mentre il M5S pensa ai fatti, pratica il «buon senso» e lavora affinché il volto più retrivo della destra non prevalga. È avvenuto nei giorni scorsi: i 5S hanno votato la norma sulla legittima difesa cara alla Lega ma hanno messo le mani avanti sulla liberalizzazione della vendita delle armi. Questa veste rassicurante, auspica Di Maio, darà i suoi frutti quando la bolla del successo salviniano smetterà di gonfiarsi e il M5S punterà ad accreditarsi come forza di governo. «La Lega vola nei consensi? – spiega Spadafora – Vedremo quando dovrà spiegare ai suoi elettori cosa ha fatto concretamente».

Il presidente della camera Roberto Fico, intanto, annuncia l’intenzione di organizzare un’iniziativa a Montecitorio dedicata alle «famiglie arcobaleno». «L’evoluzione della famiglia è quanto di più bello ci sia, significa che il nostro mondo è in movimento», afferma. Nel frattempo, si apprende che 36 deputati 5S il 26 marzo hanno depositato un progetto di legge che prevede fino a 4 anni di carcere per chi commette violenza o istiga atti violenti fondati sull’omofobia o la transfobia, l’istituzione di in centro anti-violenze e della giornata nazionale contro la trans-omofobia, il 17 maggio. La firma del capogruppo Patuanelli indica che non si tratta di un testo bandiera per controbattere alle polemiche di questi giorni. Ma è davvero difficile che un proponimento del genere possa contare sulla maggioranza che sostiene il governo gialloverde.