È caccia al branco di ragazzi che, sul lungomare di Pescara, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, ha pestato un 25enne che passeggiava con il fidanzato. Aggressione su cui stanno indagando i carabinieri. Il fatto è avvenuto dopo la mezzanotte, mentre in città si svolgeva il Pride Week regionale. Il giovane, molisano, era in Abruzzo per far visita al fidanzato, un 22enne del posto. I due, mentre passeggiavano mano nella mano, hanno incrociato un gruppo di sei o sette giovanissimi, tra cui una donna.

Prima gli insulti, poi botte e colpi al volto del maggiore di età con una scarica di pugni e con frattura della mascella. È  stato sottoposto a intervento chirurgico. Ne avrà per almeno un mese. Alcuni passanti hanno provato a difendere la coppia e ne è nata una colluttazione. Ora, anche attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, i militari stanno cercando di identificare gli aggressori che si sono dileguati.

Purtroppo, per il capoluogo adriatico, non è il primo fatto del genere che si verifica. Un anno fa, in via Umbria, sempre in centro dunque, ce n’era stato un altro. Ad essere offesi e malmenati due brasiliani di 19 e 20 anni. Nel maggio 2017, era toccato ad uno studente di Medicina di 31 anni, minacciato e inseguito da due folli a bordo di un’auto perché poco prima era stato visto dare un bacio al fidanzato.

Il sindaco Carlo Masci parla di «un’offesa alla città di Pescara, per storia e tradizione accoglienti, aperti e tolleranti verso tutti» e definisce l’episodio come «inaccettabile e ingiustificabile». Intanto però il Consiglio comunale ha bocciato la mozione, presentata da tutto il centrosinistra, per la costituzione parte civile del Comune contro gli autori del fattaccio. Il primo cittadino è intervenuto in aula dichiarandosi favorevole alla proposta. «Ma la sua maggioranza – tuona Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – ha detto no. Dopo aver contrastato l’AbruzzoPride a cui non è stato dato il patrocinio, di fronte a un atto di violenza così grave ci si sarebbe aspettati una presa di posizione unanime dell’assise civica. Evidentemente la destra, e in particolare Lega e Fratelli d’Italia, – tuona – non rinuncia a cavalcare l’omofobia come ogni altro genere di razzismo. Evidentemente pesa il clima creato da Salvini e Meloni». A favore hanno votato il M5S e l’Udc si è astenuto.

Di «estremismo ideologico che ormai acceca la destra pescarese», che «le fa perdere lucidità e senso pratico» parlano anche i consiglieri del centrosinistra di Pescara, Giovanni Di Iacovo, Marinella Sclocco, Stefania Catalano, Giacomo Cuzzi, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Mirko Frattarell. «Il centrodestra – affermano i consiglieri – voleva annacquare il documento rimuovendo ogni riferimento alla matrice omofoba dell’aggressione e approvarne uno generico contro le violenze urbane». E la consigliera Sclocco si rivolge ai picchiatori: «Con un po’ di buona volontà – dice loro – si può iniziare a vedere il mondo includendo tutti i colori. Vi assicuro che è più bello».

Per l’Arcigay, «a Pescara c’è molto lavoro da fare contro l’omofobia e l’ultimo ennesimo triste e inaccettabile caso lo dimostra». Amnesty International «condanna ogni atto di violenza che sia contro la libertà e la dignità di un essere umano». «Ognuno dovrebbe infatti essere e sentirsi libero di affermare la propria identità ed a questo devono contribuire tanto le autorità quanto la società civile», dichiara Giacomo Labricciosa, responsabile dell’associazione per l’Abruzzo e il Molise. Secondo il Pd più che mai «serve una legge contro l’omolesbobitransfobia e misoginia».