Gol, senza abbracci, senza tifosi. Mentre la Lega di Serie A, la Federcalcio e il ministero dello sport provano, con diversa intensità di sforzi, a trovare l’intesa sull’adozione del protocollo sanitario che dovrebbe riaprire al pallone le porte degli stadi, nel campionato tedesco (Bundesliga) si sono giocate le prime partite dell’era segnata dal Covid-19.

LO SHOW del Borussia Dortmund della 19enne stella norvegese del gol (Haaland) nel derby della Ruhr contro lo Schalke 04, il pallone giocato dopo oltre due mesi, niente pubblico sugli spalti, mascherine per gli addetti ai lavori, per i calciatori in panchina.

Il torneo tedesco in queste ore si è ritrovato addosso gli occhi del mondo. Anche della Nba, la lega di basket americana e della lega del football americano (la Nfl), che si sono messe a studiare il metodo teutonico per il ritorno al calcio in tempi così brevi, garantendo sport e sicurezza, tutelando gli appassionati e soprattutto i contratti pubblicitari con le tv che rendono ricche le leghe di calcio e altri sport.

E la prova di ieri, mettendo da parte le valutazioni sulle licenze concesse al calcio, unica disciplina al momento in attività, è parsa ampiamente superata. Partite vere, contatti veri, reti festeggiate con il gomito (come avvenuto per il Friburgo nel match contro il Lipsia), anziché con pacche e abbracci.

E POI, PANCHINE SANIFICATE, giornalisti a distanza di sicurezza, interviste precedenti alla partita con gli allenatori a oltre un metro dalla telecamera, piazzati nella casella indicata in vernice bianca per la sicurezza necessaria. Insomma, la giostra del gol in Europa si è messa di nuovo in moto. Per le emozioni che forse solo il calcio sa regalare, ci vorrà tempo. E se i tedeschi sono andati a segno, negli altri principali Paesi d’Europa la strada appare ancora lunga.

Nella Premier League in cui gli atleti sono assai dubbiosi sulla ripartenza e soprattutto a casa nostra, anche se in queste ore ci dovrebbe essere un incontro tra il presidente della federcalcio Gabriele Gravina e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo la consegna della stessa Figc del protocollo rivisto e corretto, con il contributo dei medici sportivi dei club di A.

Un vertice probabilmente decisivo, forse maturato dopo l’apertura del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora alla revisione delle norme sulla quarantena obbligatoria, in caso di atleta positivo al Virus.

In sostanza, secondo i club (alcuni, come l’Inter, che hanno minacciato di non andare in ritiro e altre hanno disdetto l’hotel del ritiro) sarebbe impossibile, in caso di positività, mettere in isolamento l’intero gruppo di lavoro senza eccezioni- calciatori, tecnici, dirigenti, staff -, a differenza di quanto stabilito in altri tornei (come la Bundesliga), con il solo atleta contagiato in quarantena, per una settimana.

E DOPO GIORNI, tra posizioni controverse del ministro apparso poco coinvolto dall’ansia di club e Figc e anche la pesante campagna mediatica dei quotidiani sportivi (e non solo) contro Spadafora e la sua presunta ostilità verso il calcio, si potrebbe giungere a un compromesso, poche ore prima del via agli allenamenti collettivi (ma senza partitelle e scambi di pallone).

Ma la Federcalcio sarebbe al lavoro anche per predisporre un piano alternativo – se saltasse il tavolo con il Governo – per una conclusione rapida della stagione in corso, che pare l’assoluta priorità, oltre a una riforma organica del calcio italiano, con l’allargamento della Serie B e il semi-professionismo in C.

I VERTICI DELLA FIGC pensano ai playoff, formula mai andata a regime nel calcio italiano, ma intanto l’Assocalciatori, tramite il presidente Damiano Tommasi, ha provato a non perdere peso nella trattativa, spiegando che il protocollo sanitario fosse troppo rigido. Insomma, l’intesa pare essere nell’aria, mandando a memoria le indicazioni arrivate ieri dall’Uefa, che con gli assegni tende a dare le carte nel calcio europeo: i tornei nazionali devono essere portati a compimento, nella prossima edizioni delle Coppe Europee.

Il capo dell’Uefa, Aleksander Ceferin, a BeIN Sport ha fatto intendere (nonostante il successivo comunicato che provava a rimettere le cose a posto) che i club di traverso alla conclusione dei campionati sarebbero incappati in punizioni.