«Il M5S sta raccogliendo i risultati del lavoro svolto finora. Per Renzi invece è stata una vera batosta: tutte le persone lontane da lui hanno vinto, mentre tutte quelle che gli sono vicine hanno perso». Il senatore Bruno Marton è il capogruppo del M5S a palazzo Madama.

Il M5S ha perso rispetto alle europee, ma per la prima volta alle amministrative si assesta in maniera solida, definitiva.

Non mi sembra che abbiamo perso così tanto rispetto alle altre forze politiche e tra l’altro alle amministrative è un successo strepitoso che mai abbiamo avuto. Diciamo che il lavoro sta pagando.

Però ci risiamo, come in passato Grillo ha già detto che il movimento non farà alleanze. Emiliano in Puglia vi offre l’assessorato all’ambiente, in Liguria potreste essere determinanti per la formazione del governo regionale e invece niente. Non pensa che ripetere ancora una volta l’errore fatto con Bersani sarebbe come sprecare un’altra occasione?

Bersani non ci ha mai proposto di fare un governo, ma solo di farci da parte. Diversa è quello che ha fatto Emiliano, che ci ha proposto un assessorato. Ma in realtà dare un assessorato significa partecipare a un giunta in cui sei la pecora nera, in cui i fondi sono stanziati dall’assessore al bilancio e tu rischi di non poter incidere sul territorio. Nella sostanza è una spartizione, non è una collaborazione. Diverso è invece l’approccio che vogliamo avere noi: collaboreremo sui singoli provvedimenti come abbiamo sempre fatto, anzi saremo propositivi. Sta a Emiliano poi accettare le proposte, modificarle, migliorale. Noi siamo assolutamente disponibili. E lo stesso discorso vale per la Liguria e per tutte le altre realtà amministrative. Noi ci siamo, sta agli altri cominciare a liberarsi dei gruppi di interesse e di pressione.

In Spagna però Podemos ha vinto stringendo alleanze. Quell’esperienza non vi ha insegnato niente?

Ma quella è una situazione diversa. In Italia nelle liste ci sono più condannati che altro. Podemos ha potuto allearsi con persone oneste, noi non abbiamo questa possibilità. Guardi le liste regionali: rischiamo di dare la patente di onestà a persone che non lo sono.

Siete il secondo in Puglia e il terzo in Campania, le due regioni con il più alto tasso di disoccupazione. La proposta di un reddito di cittadinanza ha contribuito alla vostra affermazione?

Abbiamo fatto tutta la campagna elettorale sul reddito di cittadinanza proprio perché vediamo che il jobs act che non sta dando nessun frutto, come noi avevamo ipotizzato. Quindi sì, il reddito di cittadinanza secondo me è stato l’elemento chiave per i risultati. Ho sollecitato oggi il presidente del Senato Grasso a portarlo in aula quanto prima e sollecito le altre forze politiche a partecipare migliorando la proposta.

Il vostro è buon risultato, però non avete intaccato l’astensione. Significa che quel bacino di voti per voi si è esaurito?

Da lì secondo me abbiamo preso pochissimo e questo è un dato che dovrebbe far riflettere e ci farà lavorare ancora più intensamente.

Per la prima volta avete vinto senza Grillo. C’è una nuova classe dirigente che si sta facendo avanti?

No, la strategia rimane quella di sempre: Grillo è il nostro garante, è il nostro fondatore e ci sarà sempre. C’è da dire però che abbiamo fatto grossi passi in avanti. Ci sono persone più note che possono andare in tv a raccontare agli italiani quello che sta succedendo.

Siete il secondo partito italiano. Adesso l’Italicum, che vi porterebbe al ballottaggio, vi piace?

Sfatiamo anche questo mito. Una brutta legge, per quanto ci possa favorire, è sempre brutta. L’Italicum è una porcata e quindi anche se ci dovesse avvantaggiare noi vorremmo cambiarla.

C’è già chi parla di governo a 5 stelle.

L’obiettivo è quello. Certo, serve la maggioranza dei voti e noi stiamo lavorando per ottenerla.