Matteo Renzi pronto a soccorrere Matteo Salvini sul caso Durigon. Mentre l’ex rottamatore evita di attaccare il sottosegretario leghista che ha proposto di re-intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, viene meno la sponda dei renziani alla mozione di censura che verrà presentata a settembre dai giallorossi se Durigon non si sarà dimesso. O se il premier Draghi o il ministro dell’Economia Daniele Franco non avranno provveduto a rimuoverlo oppure a togliergli le deleghe al Mef.

«Non voteremo un documento di censura che sarebbe contro il governo», ha spiegato il coordinatore di IV Ettore Rosato, motivando la scelta come ipergovernista. «Non farei mozioni neppure contro un grillino…». Dunque anche alla Camera i numeri sarebbero a rischio.

Nel fronte nordista della Lega (che ha come riferimenti Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia) cresce intanto il pressing silenzioso per arrivare alla sostituzione di un uomo simbolo della nuova Lega, quella che ha messo radici nel centrosud raccattando spesso ex fascisti.

Per il posto di Durigon sale il nome di Massimo Bitonci, veneto, sottosegretario al Mef nel Conte 1 e non ripescato nel governo Draghi per lasciare spazio al laziale.

Per Salvini sarebbe un brutto colpo a favore dei nordisti e infatti il capo leghista approfitta della pausa estiva sperando che passi la bufera. In ogni caso, è pronto l’aiutino di Renzi se si dovesse andare al voto alla Camera.