Sia Mosca sia Kiev hanno salutato la vittoria di Trump. Messaggi di rito, come quelli cinesi, che celano motivazioni ben diverse. Forse, tanto Poroshenko, quanto Putin, sono preoccupati ma per motivi diversi. Il presidente ucraino si starà sicuramente chiedendo se Trump, che non ha certo condannato il ritorno della Crimea a Mosca, darà il supporto che avrebbe fornito Clinton alla causa ucraina. Putin dal canto suo – dopo avere indicato chiaramente i suoi dubbi sulla figura politica di Trump – si starà chiedendo che tipo di approccio avrà il nuovo presidente su questioni aperte come la Siria e su altre più generali come la Nato.

Come sottolineato in un interessante articolo sul Guardian, se è vero che sul terreno della Nato (e della Siria) Putin si aspetta potenzialmente più spazio di manovra con Trump, il presidente russo non è certamente una persona che ama le sorprese, le incertezze. Clinton sconfitta è una bella soddisfazione, ma ritrovarsi di fronte Trump potrebbe non essere positivo, in fin dei conti. Anche perché Trump, benché presentatosi come «anti sistema» finirà per raccogliere, soprattutto in politica estera, qualche esponente repubblicano e dovrà vedersela con un Congresso pieno di falchi. Quindi tanto il discorso sulle sanzioni, che molti nella Duma applaudente l’elezione di Trump sperano di vedere annullate, così come per quanto riguarda la centralità della Russia nel panorama mondiale, si tratta di ambiti che rimangono decisamente in bilico.

Del resto alcuni osservatori, come quelli citati da Julia Joffe su Foreign Policy la scorsa settimana, avevano già evidenziato che Putin il risultato auspicato l’aveva ottenuto portando la Russia al cuore del dibattito della campagna per le presidenziali degli Stati uniti.

E la vittoria di Trump non se l’aspettavano neanche in Russia, come conferma l’editoriale apparso su Izvestia a commento della «vittoria di Hillary» scelta dalle élite, con Trump a gareggiare «solo per creare l’illusione di una competizione». Effetti del fuso orario, ma non solo.

Infine – dunque – la Russia si è detta «pronta a fare la sua parte per riportare le relazioni con gli Stati uniti su una traiettoria di sviluppo sereno», ha affermato Vladimir Putin, sottolineando la disponibilità di Mosca anche «a percorre il suo tratto della strada non facile» che separa i due paesi. «Abbiamo ascoltato le dichiarazioni dall’allora candidato alla presidenza in favore del rilancio delle relazioni fra Russia e Stati uniti», ha detto Putin, esprimendo l’auspicio «per un lavoro congiunto per allontanare le relazioni bilaterali dal punto critico e affrontare questioni cruciali dell’agenda internazionale e identificare risposte efficaci alle sfide della sicurezza globale».