Che il Kurdistan iracheno non sia un’oasi di libertà d’espressione è fatto appurato e l’anno appena trascorso lo ha ribadito: nei mesi della crisi sanitaria ma soprattutto delle proteste popolari che hanno attraversato mezzo Iraq, la regione autonoma curda non è stata esente dalla mobilitazione e, di conseguenza, da una copertura mediatica che le autorità hanno provato con diversi mezzi ad annacquare. AGENZIE di informazione chiuse e perquisite e giornalisti arrestati sono stati giustificati con il rispetto della legge. Come la n. 2 del 2010 che introduce il crimine mediatico di «incoraggiamento del disturbo pubblico e danneggiamento dell’armonia sociale», o...
Internazionale
Due giornalisti curdi condannati a sei anni di carcere: «Spie»
Kurdistan iracheno. Arrestati con tre attivisti per aver raccontato le proteste di agosto, sono accusati di aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato e di aver passato informazioni segrete all'estero. Contro di loro anche il premier Barzani, simbolo del clientelismo che da decenni governa la regione