Compaiono due nomi di donne nella squadra di Trump: quello della governatrice del South Carolina Nikki Haley come ambasciatrice all’Onu e quello della filantropa miliardaria Betsy DeVos come segretario all’istruzione.

Le due nomine arrivano quando ormai non erano più ignorabili i rumoreggiamenti per una squadra composta solo da maschi bianchi prevalentemente di estrema destra.

ELISABETH BETSY DEVOS è conosciuta come politica, donna d’affari e filantropa, è stata per diversi anni presidente dei repubblicani del Michigan e ha sempre spinto per dare più fondi dello Stato alle scuole private e più sgravi fiscali a chi le sostiene con delle donazioni.

Diverso il profilo di Haley, politica a tutto tondo, nata in America da genitori indiani di fede sikh, è generalmente considerata parte del mainstream repubblicano, con una visione sulle questioni di sicurezza militare e nazionali che rientrano nell’ambito della linea dura del GOP; Haley non è stata una sostenitrice di Trump, anzi, ha supportato Marco Rubio fino all’ultimo e si è più volte espressa contro l’onda di estremismo destrorso che ha invaso i repubblicani, in particolare si è sempre opposta all’idea trumpiana di un divieto temporaneo per i musulmani di entrare negli Stati Uniti, definendola «contraria allo spirito americano».

Dopo il massacro di afroamericani nella chiesa di Charleston, la governatrice aveva chiesto di far sparire tutte le bandiere confederali e aveva espresso nette posizioni antirazziste, e questo la rende ben vista da quella parte di America inorridita dai personaggi inquietanti pescati fino ad ora da Trump e le ha portato il plauso del candidato democratico alla vice presidenza Keine. Le si rimprovera la poca esperienza in politica estera, che per un ambasciatore Usa all’Onu non è poco.

«Non vedo l’ora di guidare i miei colleghi democratici del Comitato Relazioni Estere in un’udienza approfondita riguardo le sue qualifiche, la sua esperienza e la sua visione del mondo», ha dichiarato il senatore democratico del Maryland Ben Cardin, parte del comitato che dovrá vagliare la nomina di Haley.

ALLE NAZIONI UNITE Haley dovrà fare i conti con la responsabilità che ha l’America come membro permanente con potere di veto del Consiglio di Sicurezza, un ruolo che negli ultimi anni ha messo spesso Washington contro la Russia, che ha un rango simile. Inoltre Trump ha già dichiarato di voler ridimensionare il ruolo del Paese all’Onu, e l’eco di questo sentimento unito alle sue posizioni su climate change e accordo con l’Iran sul nucleare, due intese su cui l’Onu ha giocato un ruolo attivo, preoccupa molto il Palazzo di vetro.

Ciò che si teme è un ritorno al conflitto Usa-Onu dell’era Bush, come conferma Richard Gowan, membro anziano del Consiglio europeo per le Relazioni Estere e stretto seguace delle Nazioni Unite, che però ha anche aggiunto: «I diplomatici si aspettavano che Trump inviasse un uomo bianco e arrabbiato come ambasciatore all’Onu, il semplice fatto che Haley non sia un uomo bianco e arrabbiato è un bene in termini di ottica politica».

Queste due nomine femminili si aggiungono a un’altra dichiarazione riguardante una donna, che Trump ha rilasciato al Time e che coinvolge Hillary Clinton.

Dopo aver più volte dichiarato in campagna elettorale di voler perseguire penalmente la sua opponente democratica, ora che potrebbe, Trump ha dichiarato di aver cambiato idea e lo ha giustificato come un tentativo di abbassare i toni e riunificare il Paese. Oltre alla volontá di non infierire sui Clinton, in quanto «stanno giá passando un periodo difficile».

NESSUN COMMENTO da Hillary e Bill Clinton, ma ne sono arrivati dall’estrema destra, in particolar modo dal portale di news BreitBart che ha intitolato la notizia «Promesse infrante», segno di quanto sia alta l’asticella di intolleranza di quella parte di potere e di elettorato che tanto ha contribuito all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati uniti.