Di fronte al flusso ininterrotto di migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla miseria, in molti cominciano a rendersi conto della portata epocale del fenomeno e a chiedersi come affrontarlo. Ostinatamente chiusi ed incapaci, gli Stati europei non colgono ancora l’enormità e l’urgenza della questione migratoria. L’unica reazione possibile è cambiare approccio e guardare a queste migliaia di persone che si muovono verso il nostro continente come un’opportunità preziosa di cui abbiamo bisogno. La scelta obbligata, oggi, non può non partire da politiche che garantiscano a quanti sono costretti a lasciare il proprio paese di essere parte della nostra società. Le grandi città, i paesi più piccoli hanno davanti a sé una strada ineludibile: accogliere i migranti e attuare politiche di inclusione efficaci può rivelarsi un’occasione vantaggiosa per tutti, in termini di sviluppo economico e sociale.
Il nostro paese non può proseguire in un atteggiamento «difensivo»: è necessario che, in quanto paese di frontiera, ambisca ad assumere un ruolo di leadership nell’accoglienza e nell’integrazione, offrendo soluzioni e modelli che possano rappresentare un esempio per tutti gli altri paesi europei.
Questa la premessa per tornare a parlare di Roma, di cosa è stata finora l’accoglienza nella capitale. Che il sistema fosse fallimentare, che producesse tensioni sociali, che violasse i diritti umani, oltre a favorire sprechi e a permettere alla rete criminale di infiltrarsi e fare affari, era noto a molti – e innanzitutto a noi che per tempo l’abbiamo denunciato – e l’inchiesta giudiziaria in corso ha permesso che diventasse materia di cronaca quotidiana. Ma poco, pochissimo è stato fatto in questi mesi. E ciò che manca è una visione della città che restituisca centralità alle scelte politiche. Tanto più alla luce del «commissariamento» deciso dal governo ai danni di istituzioni elette, con una evidente sottrazione di spazio democratico ai danni dei cittadini. Spazio che invece i Radicali Roma intendono difendere, coltivare e rivendicare attraverso iniziative popolari.
Per questo abbiamo lanciato insieme ad altre associazioni la campagna «Accogliamoci»: due delibere popolari che offrono soluzioni strategiche per la riforma del sistema di accoglienza e l’attuazione di politiche efficaci di inclusione. Grazie alla nostra proposta la capitale può diventare un modello, efficace e monitorabile, per superare la politica dei ghetti attraverso un ripensamento dell’intero sistema, con politiche territoriali integrate e mirate a garantire un’accoglienza dignitosa e virtuosa e percorsi reali di scambio e inclusione nel territorio.
Già nel 2013 noi Radicali provammo – isolati – con due referendum in materia di immigrazione a offrire soluzioni di governo, consapevoli che di lì a poco sarebbe diventato un tema cruciale. E abbiamo continuato con la stessa convinzione che oggi ci conduce a queste delibere di iniziativa popolare.
La raccolta firme, iniziata a giugno, si sta concludendo e in tanti hanno aderito. Per raccogliere le ultime firme martedì 8 settembre, nell’ambito di Eutropia, si terrà un concerto a ingresso gratuito. Sarà un’occasione per dare il proprio contributo e riflettere insieme sull’unico significato che oggi possiamo dare alla parola accoglienza.
* presidente Radicali italiani
** segretario Radicali Roma