Caro Presidente Renzi, il 26 giugno 2014 in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’abuso di droghe, Le abbiamo scritto una Lettera aperta con la richiesta di un incontro urgente per avviare un confronto sulla riforma di una politica segnata per troppi anni da una visione ideologica crollata con la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi.
Non abbiamo ricevuto ancora risposta e per questo ribadiamo le nostre ragioni e i nodi urgenti.
Un sistema di intervento pieno di eccellenze e di moderne proposte di intervento che non ha da anni più luoghi istituzionali di riferimento, di decisione, di monitoraggio e sviluppo ( senza più direttore del Dipartimento nazionale, senza referente politico esplicito, senza più raccordo tra decisionalità europea, nazionale, regionale e locale) e che rischia una condizione di solitudine ed abbandono.
Una continua evoluzione di fenomeni, problemi e domande che non trovano luoghi unici di lettura e rilancio, con la conseguente completa assenza dell’Italia dai luoghi decisionali europei, soprattutto all’inizio del semestre europeo a guida italiana che invece dovrebbe vederci attori protagonisti anche in questo campo.
Dopo la cancellazione della Fini Giovanardi abbiamo raggiunto un importante risultato, ma che ci consegna a vari livelli una grossa responsabilità su molti temi sia a livello politico, che legislativo ( pensiamo alle migliaia di persone in attesa di revisione della pena ) che dell’ammodernamento del sistema dei servizi e dell’adeguamento ai nuovi bisogni. Perché tutto ci riporta ad una legislazione del 1990 che su questo settore è davvero vecchia, del secolo scorso ( pensiamo solo per esempio all’invadenza del gioco d’azzardo ancor non certificabile nei LEA e delle possibilità di acquisto di sostanze sempre più varie via internet o della diffusione della cocaina ed altro).
Come per altri settori la modernizzazione richiede una nuova riprogrammazione strutturale tra direzione, coordinamento ed indirizzi nazionali, rilancio del ruolo delle regioni e dei servizi pubblici e privati delle dipendenze. Ripartire insieme dopo un periodo di assoluta distanza tra un atteggiamento autocratico e distante del dipartimento nazionale molto ideologico e indifferente ai fenomeni ed un sistema delle regioni che ci ha portato ad avere 20 sistemi di intervento diversi poco confrontabili tra loro e con pregi, contraddizioni e criticità su cui è necessario probabilmente intervenire. Come ripensare ad un sistema nazionale di intervento, che sia capace di premiare e valorizzare eccellenze e migliorare le criticità affinchè si possa ricreare quel clima di collaborazione e riconoscimento reciproco così necessario.
La necessità di riavviare una seria riflessione moderna in Parlamento ma anche nella società ( attraverso una riorganizzazione dei servizi, una nuova legislazione, nuovi atti di indirizzo ed approfondimenti seri e condivisi) che sia capace di promuovere il ruolo dei servizi rispetto a consumi e dipendenze problematiche in rapida trasformazione. Forse meno tossicodipendenza ma più abusi e consumi problematici su cui lavorare. Contemporaneamente saper anche rilanciare una seria politica di contrasto ai mercati ed alle mafie parallelamente con un miglioramento del sistema di prevenzione, riduzione del danno e presa in carico precoce di nuove domande e fenomeni ( pensiamo alla diffusione ed ai nuovi modelli di consumo dell’alcool, binge drinking, delle varie nuove droghe sintetiche, del diverso diffondersi di cocaina ed eroina). Il Cnca e le altre associazioni impegnate su questo delicato terreno attendono con fiducia un segno di attenzione.
*Vice presidente del Cnca