Di origini ucraine e nazionalità canadese, Drew Karpyshyn è stato per anni uno dei più conosciuti scrittori della BioWare, produttrice di di videogiochi di successo quali Baldur’s Gate, Neverwinter Nights, Star Wars: Knight of the Old Republic e Mass Effect. Oltre ad occuparsi di videogiochi, Karpyshyn ha scritto anche romanzi legati alle serie videoludiche che ha contribuito a creare come la trilogia dedicata a Mass Effect e i cicli di Darth Bane e di The Old Republic legati all’universo di Star Wars (tutti pubblicati in Italia da Multiplayer.it). Drew Karpyshyn è in Italia ospite a Lucca Comics & Games (30 ottobre-2 novembre), per autografare i suoi libri ma anche per incontri e workshop dedicati alla scrittura videoludica. Proprio su questo tema gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Quali sono le caratteristiche dello scrivere per videogame? Come è cambiata questa attività?

Penso che ora lo scrivere per videogame abbia molto in comune con lo scrivere per i film. Le tue parole avranno la voce degli attori che le leggono dalla sceneggiatura, e i personaggi all’interno del gioco saranno forniti di animazioni ed espressioni facciali per fornire recitazione ed emozione digitale. Ma quando ho cominciato la maggior parte della storia del gioco era ancora presentata in formato testuale. Per Baldur’s Gate II il team che si occupava della storia ha prodotto una quantità di parole sufficiente a completare 25 sceneggiature cinematografiche, ma si trattava quasi completamente di testo che il giocatore doveva leggere. Questo naturalmente ci portava a scrivere con uno stile maggiormente «letterario», anche se poi la cosa è stata superata. La scrittura per videogiochi è progredita dallo stile-libro allo stile-.

Qual è la differenza tra lo scrivere per videogiochi e lo scrivere libri quando si ha un soggetto non originale e molto caratterizzato come ad esempio la saga di Star Wars?

Ivideogiochi tendono a focalizzarsi sull’azione e la storia è spesso molto lunga, almeno nei giochi di BioWare. Gli eventi e il numero dei personaggi nell’originale Knight of the Old Republic, per esempio, sarebbero stati sufficienti per sei romanzi che raccontassero in modo adeguato la medesima storia. C’è troppo contenuto per un solo libro. Ma quando ho scritto il romanzo Revan (della serie di The Old Republic), sono stato in grado di fare cose che mi sarebbero riuscite impossibili in un videogioco. Ho potuto esplorare le motivazioni dei miei personaggi ed aggiungere sottigliezza e profondità a quello che stava succedendo.. Personalmente sento i giochi come un’esperienza di tipo viscerale, mentre quella dei libri è di tipo più intimo e personale.

Che cosa ti è piaciuto di più (e di meno) nel contribuire ad espandere l’universo di Star Wars?

Non c’è stata nessuna esperienza meno che piacevole: ho adorato lavorare su Star Wars sia per i giochi sia per i libri. La cosa più intrigante è stato sapere che stavo facendo parte di questo straordinario fenomeno culturale, con cui sono cresciuto. Ho visto al cinema la trilogia originale, ho comprato i giocattoli, mi sono vestito da personaggio di Star Wars ad Halloween. È sempre stata una parte della mia vita, e finalmente ho aggiunto un pezzetto creato da me a questa bellissima creazione… qualcosa che milioni di fan in tutto il mondo vedranno e a cui spero piacerà.

Cosa ti aspetti dal nuovo film dedicato a Star Wars?

Sono eccitato come e ho le stesse informazioni di qualsiasi altro fan. Secondo me la cosa migliore che avrebbero potuto fare è dare alla storia una sensibilità più «adulta» – d’altra parte il target del franchise è costituito da milioni di fan adulti, – invece di rivolgersi ad una nuova generazione di ragazzini.

Quale sarebbe stata la trama se ti avessero assunto per scriverne la sceneggiatura?

Non ci ho pensato molto, ma ovviamente penso che sia necessario far passare il testimone dai personaggi classici – Luke, Leia e Han Solo – ad una nuova generazione. Da quello che ho sentito sembra proprio questa la direzione presa.

Attualmente non ti stai più dedicando ad universi altrui, ma stai creando una trilogia originale The Chaos Born. Di che si tratta? È prevista una traduzione italiana?

Creare una mia trilogia fantasy è stato il mio sogno fin da quando ho scoperto le opere di scrittori come Tolkien, David Eddings e Terry Brooks. Ho adorato lavorare su Star Wars e Mass Effect, e lavorare su franchise offre sempre un pubblico immenso. Ma non li ho creati io, non li sentivo miei. Con i romanzi di Chaos Born, tutto – i personaggi, il modo, il modo in cui funziona la magia, la storia – è una mia creazione originale. Posso fare tutto ciò che voglio in questo mondo, e posso mostrare la mia versione della classica trilogia fantasy. I primi due libri sono già disponibili in inglese e ho appena finito di scrivere il terzo. Ci sono proposte per una traduzione in tedesco, ma i diritti per la versione italiana non sono ancora stati ceduti.

Tornerai a scrivere per i videogiochi?

Mi è piaciuto lavorare alla BioWare, ma è stato molto pesante. Avevo bisogno di allontanarmi per qualche anno per ricaricarmi ed offrirmi la possibilità di dedicarmi a progetti diversi, come la trilogia di Chaos Born. Potrei tornare ai videogiochi se arrivasse la giusta offerta, anche se ho già altre idee da sviluppare. Ho appena finito il romanzo conclusivo della trilogia e probabilmente mi dedicherò per un paio di mesi a vacanza e relax e nel frattempo vedrò se arriveranno offerte interessanti.