Sebbene una recensione o un articolo critico non siano tradizionalmente definibili come “opere d’arte”, richiedono certamente uno sforzo creativo non da poco. Di conseguenza, ogni volta che mi accingo a scriverne una, mi chiedo: quali sono gli obiettivi principali di un creativo? Quest’ultimi cambiano a seconda delle epoche storiche e dei contesti culturali in cui l’artista agisce? E dunque, qual è il sogno di un artista odierno? Il paradosso della contemporaneità è che produciamo quotidianamento più intrattenimento di quanto possiamo consumarne, ma al contempo i mezzi per crearlo e renderlo rilevante (codici, programmi, pubblicità, ecc.) non sono altrettanto distribuiti e liberi. Sì, esistono immense opportunità per i creativi esterne ai circuiti tradizionali, ma è davvero difficile per la massa esprimere se stessa tramite lo stesso mezzo con cui lo sta facendo il creativo. E se fosse questa la missione finale di un artista? Riuscire a mettere chiunque, senza alcuna distinzione, alla pari, per creare il più democratico, libero, creativo e vario dei dibattiti, degli scambi ideologici e delle visioni estetiche? A questa e alle altre domande risponde per l’ennesima volta, nel modo più completo che mai, Media Molecule, con il suo Dreams.
In questo vivissimo, immenso, coloratissimo è vivace contenitore troverete migliaia di esperimenti ludici, musicali, cinematografici e interattivi bruttissimi, ingiocabili, magnifici, memorabili, sorprendenti, comici, assurdi e stravanganti, in un turbinio di emozioni e sorprese i cui soli limiti sono l’immaginazione e il tempo a disposizione di chiunque abbia accesso ai suoi server.

Sì, certo, Dreams non è il primo e non sarà l’ultimo degli esponenti di questa particolare categoria di opere, in cui sistemi e mezzi vengono messi nelle mani dei giocatori, che si trasformano in veri e propri creativi: dal più recente Project Spark alle miriadi di esperimenti presenti su PC orientati alla creazione dei contenuti degli utenti, Dreams non è certo l’unico tra i progetti che cercano di costruire un luogo virtuale di condivisione collettiva. Al contempo, data l’esclusività PS4, non possiamo neanche considerarlo a tutto tondo una sorta di regalo concessoci da Media Molecule, mecenate di artisti e creativi orfani di sponsor e supporto. È però innegabile che proprio la forza attrattiva della console Sony può permettere a questa peculiare piattaforma di emergere, e di diventare una sorta di seconda modalità d’uso di PS4, in cui si può decidere di dedicare qualche ora a un gioco specifico, o lasciarsi trasportare dal potere della creatività collettiva.

Ma in cosa consiste, questa incredibile varietà, questa fluida sovrapposizione di idee e pensieri? Difficile spiegare a parole e in modo sintetico cosa offre qualche ora di tempo passata a navigare tra i sogni, gli incubi e i progetti a metà di Dreams.
Nelle svariate ore trascorse con l’opera Media Molecule, sono stato un androide in un viaggio alla ricerca di me stesso, in un percorso esistenziale che mi ha portato a unirmi con altri miei simili, fino all’apocalisse della nostra breve civilità.
Sono stato Dexter, quello del cartone animato di Cartoon Network; ho visto gli Avengers scontrarsi con Shrek; ho camminato con la neve nelle ossa e gli ululati nel cuore alla ricerca di un rifugio tra le montagne.
Sono stato la sonda spaziale Curiosity, e ho esplorato l’ignoto di un pianeta sconosciuto fin quando le mie forze me l’hanno permesso. “La batteria è quasi scarica e si sta facendo buio”, ho scritto tra le stelle, sperando che l’umanità cogliesse il mio segnale.

Ho visto capodanni cinesi e assalti pirateschi, ho assistito a incursioni notturne delle forze speciali e, viaggiando tra luci al neon, ho combattuto alieni dalle mille braccia.
Sono stato un uomo fatto di luce ed energia, che irradiavano dal cuore come vene e sangue.
Sono stato il Big Ben, e poiché ero in ritardo per annunciare il nuovo anno, ho dovuto correre per Londra per giungere in tempo a Westminster.
Sono stato un incubo partorito da Minecraft e Twin Peaks, ho avuto accesso ai pensieri più oscuri e atroci di sagome atterrite e afone che osservano il vuoto.
Ho visitato musei sopesi nel cielo, che traditi dalla mia banalità esplorativa si sono trasformati in un inferno volante, infiammati dalla rabbia e dalla paura di essere abbandonati.
Ho ascoltato sonorità leggere e melodiose esplodere in un trionfo di colori e ritmi, illustrati e rappresentati da ballerine antropomorfi con animazioni terribili e per questo clamorosamente comiche.
Ho viaggiato a perdifiato tra valanghe, voragini, dune e rovine, per poi ritrovarmi nel cimitero che attende chiunque non abbia più voglia di esplorare, di conoscere, di vivere.
Ho giocato dei platform 2D incredibilmente ben bilanciati e longevi, così come dei giochi di ruolo incredibilmente infantili e mal fatti.
Ho visto e giocato pessimi omaggi a colossi della storia videoludica, letteraria e cinematografica.
Ho mosso i modelli di statue, personaggi, pensieri, luoghi.
Ho visto tante idee nascere e morire, abbandonate dal demiurgo originale, in attesa di essere recuperate o restituite al mondo. Se vorreste salvarle, non vi resta che lanciarvi anche voi tra i sogni collettivi e condivisi di Dreams.