Venerdì la Corte Suprema Usa ha deliberato momentaneamente in favore di Trump, permettendogli di mantenere segreti i documenti relativi alla decisione di porre fine o meno al programma migratorio Deferred Action for Childhood Arrivals, «Daca», che protegge dall’espulsione 800.000 persone arrivate negli Stati uniti illegalmente da bambini e noti come dreamers,«sognatori».

CON IL VOTO FAVOREVOLE dei 5 conservatori e quello opposto dei 4 progressisti, la Corte Suprema ha accettato la richiesta del governo di bloccare le decisioni dei tribunali inferiori che avevano ordinato la divulgazione di questi documenti. La decisione di venerdì è temporanea, in attesa che i giudici esaminino il caso in modo più dettagliato, ma va nella direzione sperata da Trump.

All’inizio di settembre Trump aveva annunciato la fine del «Daca», voluto da Obama per difendere i giovani americani a tutti gli effetti tranne che per un pezzo di carta; Trump si oppone al piano e a fine estate ha dato un margine di sei mesi (fino al 5 marzo 2018) per far rispettare il suo ordine di forzare un’alternativa al Congresso.

A SOSTEGNO DEI DREAMERS si sono schierati in molti tra cui, compatta, tutta la Silicon Valley; questi giovani americani hanno spesso un livello di istruzione più elevato e impieghi di maggiore responsabilità, sia rispetto ad altri immigrati arrivati più di recente, in quanto hanno costruito negli Usa il loro cammino professionale, sia rispetto ai colleghi legalmente americani, per una sorta di riscatto sociale. Se il «Daca» venisse cancellato la California, con la Silicon Valley in testa, perderebbe più di 11 miliardi all’anno, senza contare i costi che comporterebbe un numero così elevato di espulsioni.

FINO A OGGI TRUMP si è solo espresso contro la protezione dei dreamers e non ha prodotto una misura che chiarisca il loro futuro. Il Partito Democratico vuole legare la soluzione sull’accordo di bilancio del governo minacciando un lockdown, una serrata che paralizza l’amministrazione. Il blocco del rilascio dei documenti deciso dalla Corte Suprema potrebbe ostacolare la capacità del tribunale inferiore di pronunciarsi sul caso prima che il programma scada; manifestazioni si sono tenute e continuano a tenersi, in tutti gli Usa, specialmente a San Francisco dove la Corte minore si è sempre espressa in difesa dei Dreamers. Quattro stati (California, Maine, Maryland e Minnesota) e Janet Napolitano, presidente della University of California, hanno chiesto al dipartimento di giustizia di costringere il governo a divulgare i documenti riguardo la loro decisione, che considerano illegale e che tiene in ostaggio il futuro di queste persone.

IL GOVERNO finora ha pubblicato solo 256 pagine, un giudice distrettuale federale e una corte d’appello federale minore erano d’accordo con i querelanti che cercano risposte, ma la Corte Suprema, con la sua decisione di venerdì, ha bloccato i loro ordini.