Convenevoli, la consueta ammirazione reciproca, la cultura, la tradizione, la civiltà millenaria e gli scambi e l’amicizia. Ma alla fine della telefonata tra Draghi e Xi Jinping rimane ben poco. Quello che interessava di più al premier italiano, tirare dentro la Cina per un G20 con vista sull’Afghanistan, non pare avere raccolto entusiasmi, quanto meno pubblici, a Pechino.

La Cina – ha detto Xi Jinping – sostiene la presidenza italiana del G20 e la sua «promozione attiva della cooperazione globale» in termini di «salute pubblica e cooperazione economica» in vista del summit di Roma di fine ottobre e poi via con tutta una serie di inviti per il successo dell’Anno della cultura e del turismo Cina-Italia previsto per il 2022, e a considerare l’evento come un’opportunità per rafforzare la cooperazione bilaterale negli sport invernali e nelle industrie ad essi correlate. La Cina è «pronta a lavorare insieme alla parte italiana per mantenere la direzione corretta dello sviluppo del partenariato strategico globale tra i due Paesi nella nuova era, continuando a rispettarsi reciprocamente con determinazione». L’agenzia Xinhua ha anche citato le grandi opportunità delle olimpiadi invernali.

Parliamo di affari, sembra aver detto Xi, sottintendendo che per la questione afghana, di cui in Cina si stanno valutando tutte le possibilità, tanto più alla luce del nuovo governo presentato dai talebani, Pechino ha altri interlocutori e non stanno a Roma.