Al secondo giorno di un caso di cronaca che investe la sua maggioranza, e che fa discutere i partiti, il presidente del consiglio Mario Draghi continua a non dire nulla sul caso di Voghera.
Lo nota, ad esempio, Peppe Cristofaro della segreteria nazionale di Sinistra italiana. «Considero inaccettabile il silenzio del presidente Draghi su quanto accaduto a Voghera – dice De Cristofaro – Non solo in merito alla gravità dell’episodio in sé: un assessore alla ‘sicurezza’ che va giro armato e con il colpo in canna. Ma considero assordante il silenzio di Draghi a maggior ragione per le indecenti dichiarazioni di Salvini: il quale, non contento di aver creato negli anni questo clima d’odio, non ha condannato l’accaduto, giustificando il suo compagno di partito a spregio di una qualunque, anche minima, idea di giustizia».

Proprio Salvini, ieri ha spostato la questione sulla legittimità di detenere armi: «Bisogna prendersela con questori e prefetti di mezza Italia che dopo lunghe e severe indagini, concedono il porto d’armi, che è sempre l’ultima delle vie di uscita». Ma proprio sul tema della diffusione delle armi annunciano di volere intervenire alcuni esponenti del centrosinistra. «La vicenda di Voghera impone una discussione su legittima difesa, porto d’armi, su come si garantisce l’ordine pubblico e si previene la violenza, che non è affare dei singoli e tanto meno di assessori che si improvvisano sceriffi – dice il senatore di LeU Francesco Laforgia – Che la Lega continui a difendere Adriatici è inquietante, si rende direttamente responsabile di un clima di crescente inciviltà nel paese». Dal Partito democratico Walter Verini annuncia di aver presentato insieme a altri deputati del Pd, di Leu, Italia Viva e 5 Stelle una proposta di legge che prevede norme più stringenti e maggiori controlli psicoattitudinali «Quando c’è un’arma in tasca, anche un litigio familiare o condominiale può sfociare in qualcosa di irreparabile. Non possiamo rassegnarci alla barbarie, a una società dominata dall’odio, dalla violenza».