Nessuno ha chiesto all’Italia di ridurre il rapporto debito/Pil subito, ma il governo pentaleghista deve formulare un piano di rientro che «deve essere credibile». Da Vilnius, in Lituania, dove si e’ tenuto il Consiglio direttivo, il presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Draghi è intervenuto sulla procedura per debito eccessivo aperta dalla Commissione Ue che, a sua volta, ha coinvolto i ministri dell’economia dell’Ecofin. «Noi non siamo interlocutori della Commissione Ue ne’ del Consiglio – ha aggiunto Draghi – ma ritengo che nessuno abbia chiesto una rapida riduzione del debito/Pil all’Italia che sappiamo tutti essere impossibile. Piuttosto un piano di medio termine che sia credibile come le azioni che seguiranno per attuarlo». Secondo le previsioni economiche di primavera presentate dalla Commissione Ue all’inizio di maggio il debito pubblico nel 2020 aumenterà al 135,2 per cento, mentre il deficit supererà il 3%. In questo contesto l’intervento di Draghi è un ulteriore sbarramento alle proposte di manovre in deficit e della «flat tax» salviniana per la quale non c’è «spazio di bilancio», almeno a sentire la Commissione.

Draghi è intervenuto anche sulla mozione sui minibot approvata dalla Commissione Bilancio della Camera la settimana scorsa. Per la Lega sarebbero stampati su banconote colorate equivalenti alla valuta corrente. Sarebbero usati come pagamento dei creditori della P.A. e per distribuire i rimborsi fiscali. Nell’intenzione leghista sarebbe una moneta «parallela» all’euro e, per questa ragione, è stata bocciata da Draghi: «O sono un’altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito. Non vedo una terza possibilità».

La Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati (-0,40%) fino alla prima metà del 2020 e non più fino alla fine del 2019. è stato inoltre lanciato il nuovo prestito alle banche, il «Tltro-III», per sostenere le banche in crisi (fra cui molte italiane). Le banche presteranno oltre una certa soglia riceveranno fondi a un tasso che parte da 10 punti base sopra il tasso di riferimento (0%) a dieci punti base sopra a quello sui depositi (-0,40%). Mentre la crescita in Italia è vicina allo zero, quella dell’Eurozona crescerà quest’anno (1,2%) e così nei prossimi anni. Stime precedenti della Bce l’avevano tuttavia data più alta. Tuttavia l’inflazione è ancora bassa, rispetto al mandato della Bce: 1,3% nel 2019, lontana dall’obiettivo di quasi 2%. Un obiettivo che si allontana ed è un problema per la Bce. Draghi ha escluso la «recessione». Ovunque, tranne che in Italia, crescono stipendi e occupazione, cala l’occupazione. E ha tenuto ad assicurare che la Bce «è pronta ad agire con tutti gli strumenti della sua cassetta degli attrezzi». «Diversi membri del board della Bce hanno sollevato la possibilità di ulteriori tagli dei tassi, altri una ripresa del programma di acquisto titoli (il Qe, ndr), o un’ulteriore estensione della forward guidance». «le condizioni attuali non sono paragonabili a quelle di sette anni fa quando disse: «whatever it takes» per bloccare la speculazione sul debito italiano, ndr.], ma dobbiamo essere preparati a possibile eventi avversi».