Per Sergio Rubini Dracula è «il mostro che si annida dentro tutti noi». Con la complicità di Carla Cavalluzzi e la solidarietà di Luigi Lo Cascio, la creatura di Bram Stoker, per il suo debutto a teatro, prende la via della Pergola di Firenze (ancora domani, poi in tournée). Fra versioni cinematografiche, riduzioni sceniche, serie televisive, videogame, fumetti, l’eredità del transilvanico conte è ingombrante. Trovare una sintesi non è facile. Rubini opta per lo sturm und drang. Virato da «sussurri e grida» in formato «rantoli e tormenti», Rubini esalta l’affannoso rincorrersi degli elementi, sostenuto dalla scenografia mutante di Gregorio Botta e dalla dissoluta nervatura sonora di Giuseppe Vadalà e Gup Alcaro. Una spasmodica avventura sensoriale questo Dracula (producono Teatro della Toscana e Teatro Nuovo di Marco Balsamo), disperso fra le nebbie di Friedrich e le tempeste di Turner, preda di spiriti maligni e incubi assordanti, fra stormir di fronde, ululanti lupi, topi squittenti, dove fa capolino una irridente vena parodistica e un febbricitante erotismo tossico. Non aprite quella porta. Tenebra è la notte all’Overlook Hotel. Completano il cast Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Margherita Laterza.