È una lunga storia, quella raccontata da Salvatore Ceccarelli (Fiume, 1941) nel suo libro Mescolate contadini mescolate (Edito da Pentàgora, 2016, pp.172, € 12). È un viaggio che parla di scienza e di umanità, che si ricorda di tutti e chiama tutti per nome. Ceccarelli, genetista agrario di fama internazionale, racconta in questo libro i suoi trentacinque anni di vita spesi a lavorare con e per i contadini del Medio Oriente e del Corno d’Africa per conto di vari centri di ricerca internazionali e Ong.

Alla base di tutto il suo lavoro sta uno spirito umile, perché più volte emerge l’importanza che il professore dà all’ascolto, ed ecologico, perché sempre tiene presente che «l’ambiente che circonda un organismo vivente cambia quell’organismo vivente». Ed è con questo spirito umile ed ecologico – o se preferite umile perché ecologico – che il genetista pone al centro di tutto il suo ragionamento e del suo modus operandi il seme e l’agricoltore. Dai semi e dall’agricoltura deriva infatti il nostro stare in questo mondo; dall’agricoltura contadina ancora dipende la maggior parte dell’umanità. Bisogna valorizzare questi atti e questi fatti ancestrali, magari migliorarli, ma mai dimenticarli: bisogna evitare in tutti i modi che il seme e l’agricoltura diventino preda di meri meccanismi economici che scavalcano le persone e rischiano di trascurare sia l’ambiente sia le peculiarità territoriali.

Ceccarelli scrive un libro che esplicita chiaramente tutto ciò in cui crede e quindi tutto ciò per cui si è speso: dopo una breve ed esauriente introduzione su temi scottanti quali cibo e salute, problematiche ambientali e agricole, biodiversità e Ogm, ci racconta dei suoi innovativi progetti di selezione genetica cosiddetta partecipativa. Progetti portati avanti coinvolgendo gli agricoltori locali e mirati a proporre varietà adatte all’ambiente in cui devono essere coltivate (adattamento specifico), in palese contrasto con il principio dell’«ampio adattamento» (una varietà da coltivare in ampie aree geografiche, possibilmente in tutto il mondo) cardine della rivoluzione verde. Ci parla di miscugli e della loro grande valenza ecologica ed economica. E gli agricoltori protagonisti dei progetti diventano protagonisti del libro: c’è Mohammed, beduino innamorato dell’orzo a seme nero; Ahmed, contadino ed insegnante della scuola elementare di Jurn El Aswad, paesino vicino Raqqa; Majid fortemente coinvolto; le donne africane che selezionano le farine sulla base di quanta acqua riuscissero ad assorbire.

Ceccarelli riesce ad intrecciare con eleganza storie di uomini e storie di agricoltura, e sono tanti i fatti raccontati, tanti i nomi, tanti gli spunti molto interessanti di questo libro che riesce con linguaggio semplice e preciso ad addentrarsi in temi spigolosi e scottanti e a uscirne sempre indenne. È un libro che potremmo definire anche speranzoso, perché ha il merito di delineare documentandoli – e quindi rendendoli replicabili – progetti di una scienza inclusiva, costruita ascoltando le esigenze provenienti dal basso.
La pubblicazione rientra nel progetto Coltiviamo la diversità, promosso dalla Rete Semi Rurali. Per saperne di più visitate il sito https://www.semirurali.net/.