Doriana Sarli, deputata del Movimento 5 Stelle, assiste al discorso di Giuseppe Conte e al dibattito che ne segue dalle tribune del senato. Chiediamo a lei, che spesso ha manifestato disaccordo con alcune scelte del governo gialloverde, di fare un bilancio di questo anno e mezzo e di ragionare sulla situazione e sulle prospettive future. «Conte in aula è stato molto incisivo – riflette Sarli – Ha riportato ai valori istituzionali, non è mai uscito dal ruolo che ricopre. È stato chiaro, ma ha anche detto quello che doveva dire sullo svolgimento della crisi e sulle difficoltà dell’esecutivo».

Conte ha rivendicato in toto l’azione del governo. Che ne pensa?
I decreti sicurezza o la legittima difesa non li rivendicherei. Ma bisogna considerare che nella lettera a Salvini di qualche giorno fa Conte ha svelato un tratto di sofferenza rispetto alla non umanità di alcune scelte. Ha rivendicato l’importanza di condividere con l’Europa le strategie di risoluzione di certe questioni e ha detto di aver condiviso meno la scelta di lasciare le persone in mare. Comunque ho sofferto il clima di odio. Il mio governo avrebbe dovuto dare un taglio diverso a questi aspetti.

Ci sono alcune cose che sono state trascurate?
I temi ambientali e i diritti civili per alcuni di noi avrebbero dovuto avere maggiore importanza. Ma è chiaro che l’agenda di governo è dettata da un’alleanza. In generale sono d’accordo che il governo si possa condividere con forze diverse. La diversità è una tutela rispetto al monocolore. D’altra parte mi rendo conto del fatto che la nostra agenda poteva essere di maggior respiro.

Si aspettava maggiore spirito critico all’interno dei gruppi M5S su questioni del genere?
Per molti di noi non è semplice stare qui. Io sono rimasta per senso di responsabilità, anche se non sono in grado di sottostare ad alcuni compromessi, come è successo in questi mesi. Mi rendo conto delle difficoltà di mandare avanti un governo, ma dal M5S mi aspetto che venga messo al centro il parlamento. Solo in questo modo riesci a produrre leggi più condivise, purtroppo il ricorso ai decreti non lo permette anche se questa deriva non è iniziata di certo con noi. Ciò mi ha creato difficoltà: sacrificare il confronto.

Pensa che la crisi che adesso è formalizzata corrisponda anche alla crisi della leadership di Luigi Di Maio?
Il M5S ha fatto tutto il possibile per mantenere la stabilità, in tutte le fasi ha cercato di trovare un punto di caduta con l’alleato. Quello che è successo è responsabilità di una persona, Matteo Salvini, che ha deciso all’improvviso senza parlarne neanche con i suoi. Contesto l’aver cercato troppo spesso il compromesso, ma questa volta è qualcun altro ad avere chiuso la porta.

Assieme ad altri all’assemblea dei gruppi di lunedì scorso ha chiesto più collegialità nelle decisioni.
Sì. Ci rendiamo conto della difficoltà tecnica. Ma ci stiamo riunendo di più, ora cominciamo ad avere più dimestichezza. Non abbiamo ancora avuto una risposta netta sulle modalità di partecipazione, per il momento saremo più informati tramite i capigruppo di commissione.

La maggioranza dei parlamentari del M5S si è schierata per cercare un accordo col Pd?
Non si è votato su nulla. L’assemblea è stata decisa nel dare indicazione di non riaprire a Salvini, almeno tutti quelli che si sono espressi. Anzi, posso dire che è stato chiesto non solo un no a Salvini ma alla Lega. Detto questo, con una forza parlamentare ampia come la nostra sarebbe assurdo non porre alcuni temi per tentare soluzioni di legislatura o a breve termine.

Salvini già parla di inciucio.
Per me è importante che qualsiasi cosa accada si evitino di invocare le piazze contro un governo definito «illegittimo» o «dei perdenti». Questi passaggi sono inquietanti. Siamo in una repubblica parlamentare e il dovere del capo dello stato è provare a trovare la sinergia tra forze politiche diverse. È previsto che una legislatura duri cinque anni proprio per dare stabilità al paese.

Se invece si dovesse votare a breve, avete parlato di una deroga al tetto del secondo mandato?
Da quello che è emerso nella discussione, non risulta ci saranno deroghe al limite dei due mandati elettivi. Anche se si dovesse andare al voto anticipato.