È ormai sera quando il ministero della Difesa tunisino aggiorna il bollettino dell’ultimo doppio naufragio avvenuto in giornata e il bilancio è pesante: 39 migranti morti, tra i quali almeno quattro bambini. E non è finita, perché le ricerche di altri possibili dispersi continuano. «Cerchiamo ancora sopravvissuti e cadaveri», afferma un portavoce della Guardia nazionale tunisina, Houcem Eddine Jebabli.

Al mattino, quando si sono avute le prime notizie sulla tragedia si parlava di 14 vittime, 14 corpi recuperati al largo delle isole Kerkennah. A far pensare che non era finita è stato il numero dei sopravvissuti: inizialmente 139, saliti poi con il passare delle ore a 165, segno che i due barconi, partiti nella notte tra lunedì e martedì dalle coste delle città di Sfax, uno dei principali punti di imbarco dalla Tunisia verso l’Europa, erano stracarichi di migranti, tutti provenienti da Paesi sub sahariani.

A causare il naufragio potrebbe essere stato il cattivo stato delle imbarcazioni, rese ancora più instabili dal fatto di essere sovraccariche. Ma non sono solo i migranti sub sahariani a partire dalla Tunisia. Da molto tempo ormai sono infatti anche i giovani tunisini a tentare di raggiungere l’Europa spinti dagli effetti che la pandemia ha sull’economia e dalla crisi politica e sociale che il Paese sta attraversando da mesi.

Fattori destinati a durare, tanto da far pensare che con l’arrivo della bella stagione, quando le condizioni di mare renderanno più sicura la traversata, il numero delle partenze sia destinato ad aumentare notevolmente. Proprio la crisi politica tunisina, e quindi l’assenza di un interlocutore affidabile, ha fatto slittare il viaggio che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese aveva programmato da tempo per trovare con le autorità di qual Paese un accordo per arginare le partenze dei barconi.

Tra i migranti arrivati nel 2012, i tunisini rappresentano la nazionalità più numerosa, 754 su un totale di 5.508 persone sbarcate, mentre sempre l’anno passato ne sono stati rimpatriati 1.800 su complessivi 3.400 rimpatri effettuati. Tunisi ha accettato di accelerare le procedure per i rimpatri e a consentire rimpatri aggiuntivi agli 80 settimanali effettuati fino a oggi.