Cercasi alleanza fin troppo allegramente. Un partito non vale l’altro, tanto più se uno si colloca a destra e l’altro a sinistra, per dirla all’antica, eppure Beppe Grillo in Europa dialoga con eccessiva disinvoltura sia con Nigel Farage, il leader dello Ukip in odore di xenofobia, che con Vula Tsetsi, il segretario generale dei gruppo dei Verdi.

Anzi, vorrebbe. Perché se è stato facile bersi una birra con il “simpatico” inglese per discutere di alleanze, per il capo del Movimento 5 Stelle, fino a ieri, sembrava impossibile anche solo contattare telefonicamente un esponente del partito ecologista europeo. Lui ci sta provando da diversi giorni, dice, e ieri ha scritto anche una lettera sul blog che certo non è passata inosservata dalle parti di Bruxelles: in serata, poche ore dopo la pubblicazione, i Verdi europei si sono riuniti anche per valutare la proposta del capo del M5S.

Qualcuno in questi giorni deve aver suggerito a Grillo che cercare di stringere un’alleanza solo con il partito ultranazionalista Ukif potrebbe costargli molto caro. Lo dicono i mal di pancia dei suoi parlamentari, che ieri si sono riuniti per un’assemblea molto agitata, e soprattutto l’imbarazzato silenzio di milioni di elettori spiazzati dall’ipotesi di un’alleanza con un esponente della destra europea.

Mentre alla Camera i deputati penta stellati si accusavano l’un l’altro per discutere il contestatissimo documento sugli errori della campagna eletto-rale preparato dallo staff della comunicazione – e per guardarsi dritto negli occhi a proposito del pericolo Nigel Farage – Beppe Grillo ha postato la lettera sul suo blog titolandola scherzosamente “Toc toc, c’è qualcuno in ca-sa?”. Il tono scherzoso è servito per sottolineare un fatto politico di una qualche importanza: Grillo ha voluto precisare che il M5S ha sempre cer-cato un contatto, e forse anche un accordo, con i Verdi europei, addirittura prima di prendere un aereo e correre da Farage. La lettera indirizzata al segretario generale dei Verdi conferma questa ipotesi, anche se è stata scritta dopo aver accusato proprio il suo partito di “fare shopping” per conquistarsi il favore di qualche eurodeputato M5S. Un bel ripensamento che sembra una giravolta. “Gentile dott.ssa Vula Tsetsi – scrive Grillo – il Movimento 5 Stelle sarebbe felice di incontrarla al più presto per discutere un’eventuale collaborazione in seno al gruppo dei Verdi”. Seguono spie-gazioni didascaliche sul movimento una sintesi di sette punti.

Ma è la precisa e irritata ricostruzione fatta dal responsabile della comunicazione Claudio Messora, che presto si trasferirà a Bruxelles per lavorare con i nuovi deputati, a dare l’idea dei diversi tentativi andati a vuoto per contattare i Verdi; fin dal 14 maggio, nove giorni prima delle elezioni. Come dire: li stiamo cercando, loro ci rimbalzano.

Sembra che a far finta di non sentire siano stati i Verdi tedeschi, forse irritati dai complimenti che Grillo ha rivolto a Farage, ma sarebbe in corso un tentativo di riavvicina-mento che non dispiacerebbe agli italiani ed ai francesi, compreso il conta-dino no global Josè Bové che ha espresso curiosità per il fenomeno Grillo.

Basteranno queste rassicurazioni a calmare le acque dentro e fuori il M5S? E’ presto per dirlo. Stando al clima infuocato dell’assemblea dei deputati di ieri è evidente che bisogna ancora fare i conti dopo la batosta elettorale. E qualcuno, quei conti, li dovrà pur pagare. Il primo della lista potrebbe essere Nicola Biondo dello staff Comunicazione della Camera. Alcuni par-lamentari (e sicuramente Grillo&Casaleggio) non hanno gradito il dossier sugli errori commessi dal M5S (e dal suo capo). Lo staff, secondo alcuni, in quella sorta di autoanalisi avrebbe scaricato tutte le colpe sui parlamentari senza nemmeno un cenno di autocritica. Nelle grazie dei capi adesso potrebbe entrare Rocco Casalino, che non sembra molto apprezzato dai deputati penta stellati nonostante i suoi buoni rapporti con stampa e tv.

Ma la guerricciola civile potrebbe finire già oggi. Biondo – che è stato difeso dalla parlamentare Roberta Lombardi e che se venisse scaricato provoche-rebbe le dimissioni di tutto lo staff comunicazione – oggi sarà a Milano con i capigruppo di Camera e Senato. Li aspetta Gianroberto Casaleggio.