Un altro “giovane” Matteo, con un partito allo sbando, ce l’ha quasi fatta. Domani Matteo Salvini verrà incoronato segretario della Lega Nord dopo il bagnetto di folla delle prime primarie leghiste. Dicono di 17mila militanti chiamati a scegliere tra lui e il vecchio leone già impagliato da un pezzo, Umberto Bossi. Ma non c’è animosità nella consultazione farsa del disorientato popolo leghista: “Non si può essere contro Bossi, Bossi è il papà di tutti”, ha detto ieri Salvini circondato da sette militanti durante l’uscita finale della sua campagna non proprio memorabile.

Il nuovo leader, coccolato da ciò che resta dello stato maggiore leghista (Maroni, Tosi, Cota), avrà il compito di portare la Lega su posizioni più fascistoidi e razziste. Il sogno, o l’incubo, è di avvicinare i partito alle cosiddette formazioni euroscettiche in vista delle prossime elezioni europee. Sembra che al prossimo congresso leghista di Torino, il 15 dicembre, sia stata invitata anche la “cugina” d’oltralpe Marine Le Pen. “Si parlerà d’Europa – ha spiegato Salvini – con chi vuole costruire un’altra Europa, sono brutti e cattivi secondo tanti, sono Le Pen, sono gli austriaci, sono gli olandesi, sono i russi, ci saranno anche i parlamentari di quel cattivone di Putin”.