Sacrificato il capro espiatorio più facile, il non certo innocente (ex) c.t. Ventura, la comitiva di bulli che tiene in ostaggio il calcio italiano è pronta a continuare come nulla fosse. Se ne andasse anche Tavecchio, sostituito da una controfigura più à la page, sarebbe la ciliegina sulla torta. Ma non se ne andrà, e va bene anche così. L’importante è che il tempio rimanga ai mercanti. Anche perché, se guardiamo agli altri sport, con l’esclusione di nuoto, scherma e qualche saltuaria eccezione, il declino è totale e condiviso. Nonostante al Coni, oltre ai cattivi esempi, siano sempre pronti a dare buoni consigli. Al calcio e non solo. Per fortuna, a proposito di rappresentazioni sacre, oggi ricomincia la liturgia del campionato.

E lo fa con tre grandi partite, in cui si affrontano tra loro le prime sette squadre, con l’eccezione dell’Inter che domani sera ospita l’Atalanta, decima. Si comincia con il big match, nel tardo pomeriggio derby capitolino di alta classifica: Roma e Lazio, quinta e quarta, hanno entrambe una partita da recuperare. Giallorossi con il dubbio Nainggolan, al suo posto Pellegrini, mentre i biancocelesti al cospetto della migliore difesa della Serie A confermano il potenziale offensivo di Milinkovic Savic e Luis Alberto dietro al capocannoniere Immobile: 14 gol in campionato e scena muta in Nazionale. Per Di Francesco e Inzaghi la possibilità di fare il salto di qualità definitivo, e mettere pressione a chi sta davanti. Ma lo scontro prosegue anche fuori dal campo, dove la Roma è stata in questi anni l’unico club di opposizione – dopo che la Juve si è seduta tra i banchi della maggioranza con un salto della quaglia degno di Verdini – mentre Lotito è il grande burattinaio che ha orchestrato l’elezione del presidente federale. E forse non è un caso che la posizione del patron laziale nell’affaire Anna Frank sarà archiviata, ora che Tavecchio, dopo la débâcle azzurra, ha bisogno più che mai dei suoi alleati.

La richiesta di archiviazione per Lotito diventa così una delle armi usati dal collegio di difesa di Agnelli, per ottenere il rinvio a dicembre del processo di appello sulla questione biglietti e odori di ‘ndrangheta. Intanto domani pomeriggio la Juventus ospiterà la Sampdoria, rilanciata dalla vittoria nel derby, con il rischio di subire il contraccolpo del mancato Mondiale per i suoi anziani senatori. E allora è il caso di puntare sulle punte: Dybala e Higuain. Perché alla fine, come cantava Elio, l’importante sono i gol. E potrebbero arrivarne tanti anche stasera nella partita del San Paolo, con il Napoli capolista che ospita il Milan. Da una parte Donnarumma gioca la sua prima partita da portiere titolare della Nazionale, Montella allunga la sua traballante panchina per mancanza di alternative, e la società per rifinanziare il debito con il fondo Eliott si rivolge all’advisor londinese Bgb Weston, dove casualmente lavora Giraudo. Sì, proprio quello della triade di Calciopoli con Moggi e Bettega.

Perché il sistema calcio è questo, autopoietico: capace di rigenerare da solo i suoi organi e i suoi tessuti. Dall’altra Sarri, con l’eccezione di Mario Rui al posto del lungodegente Ghoulam, conferma la formazione tipo. E con i tre tenori là davanti si va verso la cinquantasettesima (!) partita consecutiva da titolare per Insigne, evidentemente non degno di partire dal primo minuto solo nelle squadre allenate dall’ (ex) maestro di calcio Ventura.