Non si ferma l’ecatombe nel Mediterraneo.

Domenica scorsa un’imbarcazione carica di migranti è affondata al largo della Libia, davanti alla costa di Khoms, e il bilancio è di almeno 37 morti, tanti, almeno finora, i cadaveri già raccolti in mare. Secondo il portavoce della Mezzaluna rossa a Tripoli, Mohamad al-Misrati, non è ancora noto quante persone si trovassero esattamente a bordo.

Sempre nelle ultime ore nelle stesse acque è stato soccorso un altro gommone con 119 migranti dopo una telefonata di richiesta di aiuto. Sono intervenuti il rimorchiatore Dignity I di Medici senza Frontiere e il pattugliatore d’altura Comandante Cigala Fulgosi della marina militare italiana. A bordo un uomo ferito a un occhio da un proiettile.

Non sono passate nemmeno 48 ore dalla tragedia di Zuwara, con 117 cadaveri recuperati sulla spiaggia libica, duecento persone salvate, ancora decine e decine i dispersi. Probabilmente a bordo erano circa in 500. Come responsabili della tragedia, la polizia miliziana ha arrestato tre persone, tra i 20 e i 30 anni, costretti a posare con le foto dei cadaveri dei bambini sulla sabbia.

In Grecia, invece, 2.500 migranti sono sbarcati al porto del Pireo ad Atene dalla nave Eleftherios Venizelos. Sono stati trasferiti nella capitale da Samos e Lesbo a cui sono approdati via mare dalla Turchia. Nella notte era già attraccato in porto un catamarano con bandiera cipriota, che trasportava 1.745 migranti, sempre da Lesbo.