Pochissime parole, come nello stile riservato che tutti fino a ieri hanno ricordato nel descriverlo: «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo». Dopo la proclamazione – e l’ovazione – dell’aula di Montecitorio, Sergio Mattarella fa però, come primo atto, prima del suo giuramento, con il discorso alle camere, e della cerimonia di insediamento al Quirinale, in programma per martedì mattina, un gesto importante. Andando a rendere omaggio alle Fosse Ardeatine. A sorpresa, arriva in auto dalla foresteria della Corte costituzionale: «L’alleanza tra Nazioni e popolo seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo – dichiara – saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore».

A Sergio Mattarella arrivano molti messaggi di auguri «internazionali». Quello recapitato dalla Germania, da parte del presidente Joachim Gauck (Angela Merkel aspetta lunedì) , contiene fin da subito, senza nemmeno aspettare l’insediamento, la raccomandazione a continuare con «avvedutezza e perseveranza» sulla «strada delle riforme intrapresa dall’Italia».

Il primo a congratularsi è stato però il presidente russo Vladimir Putin, che ha invece puntato sui «legami russo-italiani su tutte le direttrici, nell’interesse dei popoli dei due Stati», e in particolare sul «solido fondamento di efficace collaborazione commerciale ed economica». Dagli Stati uniti, Barack Obama auspica di poter «affrontare insieme le sfide transatlantiche e globali».

Chi ha parlato nelle ultime ore con il nuovo presidente della repubblica, come i parlamentari a lui più vicini, assicura che Mattarella sarà «silente ma non assente, agirà più con gli atti che con le parole», leggerà di persona ogni provvedimento al suo esame e saprà anche dire dei «no».

Si vedrà, ma per ora ovviamente anche Matteo Renzi vuole assicurare che «non abbiamo eletto alla presidenza della repubblica un nostro supporter ma un arbitro. Se Mattarella dirà dei sì e dei no lo farà sulla base delle sue convinzioni e della Carta costituzionale. Non saranno sì e no ai partiti ma nell’interesse dell’Italia».