C’è un altro “Prigioniero X” detenuto in segreto nel carcere israeliano di Ayalon (Ramleh) dove due anni e mezzo fa morì la spia del Mossad di origine australiana Ben Zygier (in apparenza) suicidatosi. Lo hanno scritto ieri i quotidiani Yedioth Ahronot e Haaretz facendo riferimento a una fonte anonima che avrebbe scoperto questo secondo “Prigioniero X” indagando sulla morte di Zygier. Secondo la fonte la persona detenuta in segreto sconta la condanna in una condizione di isolamento analoga a quella in cui fu tenuta la spia israelo-australiana. La notizia è clamorosa perchè dopo la rivelazione ad inizio del 2013 del caso Zygier, le autorità di governo avevano assicurato l’assenza nelle prigioni di altre persone detenute in segreto. Per questo la deputata del Meretz” (sinistra sionista) Zehava Gal On ha chiesto un chiarimento immediato al governo.

Non è noto il nome ne’ in quali circostanze sia avvenuto l’arresto di quello che in Israele già chiamano “Mister X2”, che si trova nell’ala 13 della prigione di Ayalon. Invece Zygier era nella 15. L’avvocato Avigdor Feldman – che da anni segue questi “casi speciali”- ha detto che i reati commessi da “Mister X2”, un israeliano, sono «molto più gravi, più sensazionali, più sbalorditivi e affascinanti» di quelli commessi dal “Prigioniero X”.

La vicenda di Ben Zygier era stata nascosta per due anni al pubblico israeliano e sarebbe passata sotto silenzio se non ci fosse stata l’inchiesta della rete televisiva australiana ABC trasmessa a febbraio. Il settimanale tedesco Der Spiegel scrisse che Zygier era stato arrestato e imprigionato per aver rivelato a al movimento sciita Hezbollah i nomi di due libanesi che spievano per conto del Mossad: Ziad al Homsi e Mustafa Ali Awadeh arrestati nel 2009 nell’ondata di arresti che coinvolse numerosi civili libanesi accusati di spionaggio. Rivelazioni fatte durante viaggi all’estero e in Libano, non per tradimento ma per incapacità professionale. Zygier perciò fu fatto rientrare in Israele dove venne arrestato e condannato a una pesante pena detentiva da scontare in isolamento e, più di tutto, senza che l’opinione pubblica ne fosse informata.