E alla fine il commissario in Lombardia arriverà, anche se non per prendere in mano la sanità regionale come chiesto dalle opposizioni e da migliaia di lombardi, ma «per visitare alcuni centri vaccinali della Lombardia su invito di Attilio Fontana e Letizia Moratti» dice la nota ufficiale della Regione. La visita avverrà domani.

C’è dell’altro. Questa è la regione che ha avuto più problemi con la campagna di vaccinazione degli over 80, quasi il 40% degli anziani attende ancora la prima dose del vaccino, nel frattempo sono stati fatti accordi con Confindustria per avviare le vaccinazioni in azienda e ai privati andranno 48 milioni per sopperire alle carenze del sistema pubblico devastato da 25 anni di governi del centro destra. Di materiale per il commissario Figliuolo ce n’è in abbondanza, ma soprattutto c’è da organizzare la logistica della campagna di vaccinazione di massa che in Lombardia significherà passare dagli attuali 30-40 mila vaccini al giorno a 160-170 mila. Un balzo all’insù imponente.

La visita del commissario governativo è una buona notizia, il governo inizierà ad acquisire tutte le informazioni necessarie per aiutare questa giunta nei prossimi mesi. Il consulente Guido Bertolaso, ieri in visita al nuovo hub vaccinale di Crema, lo ha ammesso: Figliuolo e Curcio «verranno a vedere che cosa stiamo facendo, faremo il punto sulla situazione, non nasconderemo i problemi che abbiamo avuto e stiamo affrontando». Il puzzle delle vaccinazioni lombarde è fatto di pezzi che si stanno ricomponendo a fatica. L’assessora al welfare Letizia Moratti ieri ha rinnovato la promessa: tutti gli over 80 saranno vaccinati entro l’11 aprile.

Nelle ultime 24 ore sono partiti 115 mila sms di convocazione, solo la metà dei 205 mila anziani che attendono da un mese e mezzo, e sono state avviate 50 mila telefonate alle persone che al momento dell’adesione alla campagna vaccinale non avevano dato come recapito il numero di un cellulare, ma un telefono fisso.

L’arrivo del commissario Figliuolo ha costretto la regione a darsi una mossa e ieri è stato fornito a ogni Ats anche un elenco di over 80, circa 25 mila, che erano stati indirizzati verso centri lontani più di 30 chilometri. «Ogni Ats contatterà le persone singolarmente entro mercoledì con l’obiettivo di rifissare anche a loro un appuntamento in un punto vaccinale il più possibile limitrofo al loro domicilio» ha spiegato ancora l’assessora.

Il comune di Milano ha messo a disposizione il suo call center per aiutare la Regione con le chiamate. «Abbiamo chiesto ad Ats se poteva fornirci l’elenco degli over 80 che non sono ancora riusciti a vaccinarsi pur avendo aderito alla campagna. È arrivato un primo elenco: stiamo chiamando a campione per capire se hanno difficoltà a raggiungere la sede vaccinale indicata e offrirgli a quel punto il servizio di taxi gratuito» ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Gabriele Rabaiotti.

Sulla visita del commissario Figliuolo le opposizioni incalzano: «Fontana e Moratti ci fanno sapere che la visita avviene su loro richiesta» dice il capogruppo Pd Fabio Pizzul. «Benissimo, significa che nella giunta regionale lombarda c’è la presa d’atto dei malfunzionamenti e la volontà, finalmente, di farsi aiutare a rimettere sui binari la campagna vaccinale. O assisteremo all’ennesimo tentativo di dire che tutto è andato bene?».

Il piano lombardo ha lasciato indietro anche i più fragili tra gli anziani: quelli che non possono muoversi da casa. A Como la vaccinazione a domicilio degli over 80 non è ancora partita, a Sondrio e Mantova partirà nei prossimi giorni, in tutto sono 50 mila gli anziani che attendono di essere vaccinati a casa. A Milano la vaccinazione domiciliare è iniziata a macchia di leopardo grazie all’attivismo delle singole strutture, ma fino ad ora è stato raggiunto solo un anziano su 5: su 26 mila persone segnalate dai medici di base milanesi e della provincia di Lodi ne sono state raggiunte 5 mila. A fine febbraio dalla Regione promettevano le Usca a domicilio, squadre composte da un medico e un infermiere per raggiungere questi 50 mila anziani. Chiusi in casa in un lungo lockdown, guardano la televisione, ascoltano la radio, aspettano il vaccino per poter tornare a vedere familiari e conoscenti con più tranquillità.