Visto da Mosca il bicchiere dell’incontro di Helsinki è più mezzo pieno che mezzo vuoto. Certo non ci sono stati i grandi accordi attesi da qualcuno alla vigilia su Siria e Ucraina, e non siamo ancora al momento reset tra due paesi, ma qualcosa sembra essersi smosso tra Trump e Putin. “Credo di poter dire che con questo colloquio le cose siano cambiate molto in meglio” ha sostenuto il presidente russo durante l’intervista concessa a Fox News. I due leader si sono anche ripromessi di avere ancora incontri “a due” durante i prossimi summit internazionali del 2018.

Intanto gli staff dei due paesi lavoreranno al rinnovo del New STrategic Arms Reduction Treaty sulla riduzione delle armi nucleari sottoscritto da Stati Uniti e Russia nel 2010 e in scadenza nel 2021. Per il resto le cose si sono mosse solo di pochissimo. Sulla Siria è stato confermato il coordinamento militare per combattere l’ISIS, ma sul capitolo Iran le distanze restano enormi. Putin ha ripetuto che “per raggiungere la pace nella regione il ruolo di Tehran resta decisivo”, mentre Trump ha ripetuto lo stanco refrain del “pericolo islamico iraniano”. Anche su Donbass e Crimea bocce quasi ferme ma Putin ha rilanciato l’ipotesi di continuare a utilizzare parzialmente anche le pipeline ucraine per trasportare gas e petrolio in Europa e ciò dovrebbe rendere più digeribile per Washington la messa a regime di North Stream 2 nel 2019.

Trump da parte sua ha affermato che a tale proposito non ci saranno sanzioni né contro la Russia né contro la Germania. Un passo importante è forse invece stato fatto per la ripresa dei rapporti commerciali che ormai languono dall’introduzione delle prime sanzioni del 2014. Putin ha chiesto a gran voce sotto questo profilo una “normalizzazione dei rapporti economici” sottolineando come mentre l’interscambio con l’Unione Europea della Russia in merci e servizi è rispettivamente di 100 miliardi e 50 miliardi di dollari quello con gli Usa è ridotto a solo 12 e 5 miliardi (ancora nel 2016 era quasi il doppio). A tal fine i due capi di Stato hanno deciso di costituire una commissione paritetica composta da imprenditori, politici e anche agenti dei servizi per migliorare le relazioni commerciali.

Molti giornali europei hanno visto nell’incontro di Helsinki un rinascente duopolio imperialista da superpotenze volto a schiacciare le aspirazioni dell’Unione Europea. Ma a Mosca, si fa tutt’altra lettura del contesto generale, a partire dalla riunione Nato tenutasi a Bruxelles la scorsa settimana. “So perfettamente come funzionano i meccanismi del processo decisionale” ha sottolineato Putin nell’intervista a Fox News. Per Putin il problema non è tanto o solo l’espansione Nato “che rappresenta comunque una minaccia diretta alla nostra sicurezza che sapremo contrastare adeguatamente” ma soprattutto “ gli accordi bilaterali di Polonia e Romania che stanno schierando elementi della difesa antimissile americana proprio ai nostri confini” ha ricordato il presidente russo.