[ACM_2]L’[/ACM_2]accordo sul nucleare iraniano del 24 novembre scorso a Ginevra, sembra arenato nei dettagli tecnici di attuazione. Tanto che il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha chiesto ieri di «non sabotare» l’accordo di Ginevra sul nucleare. Per ora i colloqui sono sospesi e riprenderanno dopo Natale, lo ha annunciato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton.
In particolare, Tehran lamenta scarsi progressi nell’ultimo round negoziale per la definizione del piano temporaneo che porterebbe entro sei mesi alla sospensione delle sanzioni internazionali contro l’Iran. Le autorità iraniane puntano sull’acceleratore per non perdere l’occasione preziosa di far respirare l’economia nazionale, rappresentando all’Occidente l’elezione di Hassan Rohani come una svolta moderata, che di fatto non c’è o è molto limitata. Proprio ieri, nonostante gli annunci di maggiori aperture e spazi per il dissenso, è partita una nuova stretta contro i social network e sulle applicazioni per chattare tramite cellulare. Se dal 2009 Facebook e Twitter sono stati bloccati in Iran per impedire l’organizzazione delle proteste anti-regime, timidi segnali di aperture sono arrivati con l’elezione di Rohani, tanto che i principali leader iraniani hanno aperto profili sui social network ed è stata limitata la morsa sui software per aggirarne i filtri.
I discorsi del tecnocrate Hassan Rohani insistono su rinnovate relazioni con Ue e Stati uniti. «Vogliamo ricostruire e migliorare le relazioni con i paesi europei e del Nord America sulla base del rispetto reciproco», ha dichiarato Rohani. Lo ha ribadito nella visita del ministro degli Esteri italiano a Tehran, Emma Bonino (iniziata con il pressing di delegazioni del Pd volate in Iran da giugno in poi). La prima dopo dieci anni di un capo della diplomazia italiana. Bonino aveva incontrato Zarif alla vigilia dell’ultimo round negoziale a Roma, aprendo la strada all’accordo di Ginevra che ha riconosciuto il diritto iraniano all’arricchimento dell’uranio, in base al Trattato di non proliferazione nucleare.
Il presidente iraniano ha espresso la disponibilità di Tehran a ripristinare le relazioni economiche con l’Italia, ferme negli anni di presidenza Mahmoud Ahmadinejad e dei governi Berlusconi, mentre Roma perdeva il suo primato tra i paesi dell’Ue (fino al 2011 era l’Italia era il primo partner commerciale europeo di Tehran). Rohani ha parlato di rinnovata cooperazione in campo energetico, petrolifero e del gas. Dal canto suo, Bonino ha ricordato come per l’Italia l’intesa sul nucleare sia il prerequisito per la normalizzazione dei rapporti bilaterali e ha annunciato una missione a Roma di una delegazione della Banca centrale iraniana e l’apertura di una nuova fase di cooperazione nei settori ferroviario e aeronautico.