L’Olanda è la casa del palleggio, del calcio offensivo. O almeno lo era, da un po’ è in crisi tra batoste storiche (l’ultima con la Bulgaria) e assenze negli appuntamenti che contano, come a Euro 2016. Un paio di giorni fa – alla vigilia del match amichevole in programma stasera fra i tulipani e gli azzurri – è stato addirittura esonerato il ct Danny Blind, ai tempi colonna portante del grande Ajax. E quindi sulla stampa locale non riceverà lo spazio che meriterebbe il passaggio di consegne in maglia azzurra tra Buffon e Donnarumma. Il numero uno della vecchia signora se ne resterà seduto in panchina a «festeggiare»le 1000 partite in carriera, 168 con l’Italia, riservando le forze per la doppia sfida in tre giorni con il Napoli. Molti suoi colleghi juventini hanno fatto di più, tra squalifiche, riposi programmati e qualche bugia in cinque sono già tornati a Torino per preparare le due partite con i partenopei, compreso Barzagli in permesso per motivi familiari e poi immortalato in discoteca, non il massimo della correttezza nei confronti della casacca italiana.

Donnarumma sarà così il più giovane portiere di sempre a infilare i guantoni dall’inizio per l’Italia. Solo l’ultimo primato del numero uno del Milan, anche questo sfilato a Buffon dopo avergli portato via – nell’autunno 2015, a 16 anni e qualche sospiro – anche quello dell’esordio più precoce in Serie A. Insomma, la successione è avviata, dopo i Mondiali 2018 (che l’Italia dovrà conquistarsi agli spareggi, se non dovesse vincere in Spagna nella gara decisiva di inizio settembre prossimo), la leggenda di Berlino 2006 dovrebbe lasciare il calcio, lasciando a Donnarumma invece «l’onere

BIG-buffon-all-nazionale
di costruire dalla fondamenta la riscossa italiana, senza trofei e talenti a cinque stelle da oltre dieci anni. E anche del Milan a marca cinese o italiana, dipende da quante caparre gli investitori orientali saranno in grado di assicurare ancora alla famiglia Berlusconi, in attesa del saldo finale per la cessione della società rossonera. Il destino di Donnarumma appare già scritto, pronto, impacchettato.

Leader, campione, fuoriclasse. Per riscrivere la sceneggiatura dovrebbe spuntare qualcuno ancora più forte di lui, gigante da quasi due metri che si lancia sui piedi degli attaccanti con la velocità e la leggerezza di un peso piuma. Un predestinato, appunto, come pare essere anche il friulano Meret, che però gioca nella Spal, mentre l’altro nel Milan. E come buona parte dei predestinati «Gigio» Donnarumma è finito sul registro di Mino Raiola, che non spicca poco per tatto ed eleganza ma intuisce presto il potenziale dei futuri campioni.

Sarà la sua nazionale. E quella di Belotti, Bernardeschi, Insigne. E ancora di Verratti, Chiesa, Romagnoli, Rugani, Gagliardini e Caldara, i due pezzi pregiati emersi negli ultimi mesi dal vivaio dell’Atalanta, che pare sia pronta a garantire materiale anche per la generazione successiva, con gli under 17 segnalati pronti a farsi vedere prossimamente sul palcoscenico di A. Alcuni dei ragazzi di Ventura saranno in campo stasera (guidati da De Rossi, 112 presenze in Nazionale, eguagliato Dino Zoff, altro nome storico degli azzurri), mentre il calcio italiano si prepara per lo sprint finale tra Serie A e coppe europee. Sette-otto settimane intense, obiettivi da raggiungere, programmi da scrivere, un mercato da tracciare. Ma stasera è la notte di Donnarumma, il nuovo numero uno italiano.