Non accennano a diminuire le tensioni nel Donbass: le forze armate ucraine hanno annunciato la morte di un militare nella giornata di giovedì durante un bombardamento nemico. Tra reciproche accuse di violazioni del cessate il fuoco e le schermaglie che continuano nonostante il cessate il fuoco, la situazione nell’Ucraina orientale non sembra essere molto differente rispetto all’escalation del mese scorso, nonostante il graduale ritiro delle truppe russe dal confine.

UN DISIMPEGNO a cui le autorità di Kiev guardano con sospetto: il ministro della Difesa Andriy Taran ha dichiarato recentemente di aspettarsi una nuova escalation si potrebbe verificare in qualsiasi momento.

«Le truppe si stanno ritirando molto lentamente: soprattutto, le attrezzature militari e gli armamenti sono rimaste al confine, e questo consentirebbe di organizzare un nuovo dispiegamento in tempi rapidi», ha spiegato, aggiungendo di non credere in un disimpegno totale entro la fine di maggio.

Una situazione che lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, ha definito come una minaccia alla sicurezza del Paese. Durante una riunione del Consiglio di sicurezza nella giornata di ieri, Putin ha affermato che l’Ucraina «si sta trasformando inesorabilmente in un antagonista della Federazione Russa» e accusando Kiev di aver organizzato un «palese sgombero del campo politico» con la chiusura di mass media nazionali.

«Si tratta di decisioni tese a ripulire il dibattito politico da quelle forze che sostengono una risoluzione pacifica della crisi», ha affermato. In particolare, ha sottolineato che «la crescente aggressività ucraina nei nostri confronti è una minaccia che non resterà senza risposta».

Le parole di Putin arrivano a seguito di accuse di cooperazione con la Russia ai danni di una serie di esponenti dell’opposizione politica filorussa in Ucraina, in cui è stato coinvolto anche il leader del partito Piattaforma di opposizione-Per la vita, Viktor Medvedchuk. Nel dibattito è intervenuto anche il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che giovedì ha ribadito che «la Russia non ha intenzione di annettere» le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk.

LE DICHIARAZIONI DI PUTIN ieri arrivano alla conclusione della visita a Mosca di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, che tuttavia durante i suoi incontri con il presidente e con il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, ha affrontato la questione del Donbass in maniera marginale (complice anche il dibattito internazionale che al momento è incentrato quasi esclusivamente sulle ostilità nella Striscia di Gaza).

Quel che è certo, come ribadito dallo stesso Guterres in alcune interviste precedenti la visita, è che una missione di pace Onu in Ucraina «è improbabile, almeno nel prossimo futuro». «Ci sono posizioni molto contrastanti in merito, e non credo che sarà possibile raggiungere un adeguato consenso in tempi brevi», ha affermato.