Mauro Bonato, 59 anni, si è dimesso solo alcune settimane fa da capogruppo di maggioranza nel Consiglio del comune di Verona, in aperta polemica con la giunta del sindaco Sboarina per l’appoggio al Wcf. Eletto nelle file della Lega, Bonato è oggi uno dei più attivi contestatori del congresso che sta mettendo Verona al centro dei riflettori nazionali.

Bonato, visto quanto avvenuto nella prima giornata del Wcf, qual è il suo pensiero?
Credo che il Presidente del Veneto Zaia abbia avuto delle parole importanti, perché ha detto che il Veneto non è una terra omofoba e questo ci fa ovviamente piacere. Siamo meno contenti delle parole del Vescovo di Verona Zenti, perché mi aspettavo un’apertura diversa, ma la cosa veramente preoccupante non sono tanto le dichiarazioni dei relatori, ma quelle di alcuni partecipanti al congresso. Ho visto addirittura un post di una signora che diceva che gli omosessuali vanno curati e che, in caso contrario, finiranno all’inferno.

Dalla Gran Guardia stata lanciata un’offensiva contro la 194…
Si, e ovviamente non va bene. È una legge promulgata tanti anni fa dal Parlamento italiano ed è stata poi confermata anche da un referendum popolare. Se vogliamo modificarla si faccia un nuovo referendum.

E nel caso arrivassero a farlo?
In quel caso sono convinto che gli italiani si dimostreranno molto più avanti dei loro governanti, perché non credo che passerà.

Ha destato perplessità il fatto che i giornalisti siano stati relegati in un’area limitata e che non potessero accedere nella sala principale del convegno. Che ne pensa?
Che siamo di fronte a una violazione della libertà di stampa. Se io dovessi organizzare un convegno i giornalisti potrebbero entrare e parlare con chiunque. L’informazione va data a tutto campo, senza censure. Sempre.

Qual è la risposta che Verona sta dando a questa manifestazione?
Al di là di quello che succederà domani (oggi, ndr) io credo che la vera risposta l’abbiano già data in queste settimane tanti veronesi. Fra questi c’è stata anche una presa di posizione molto forte contro il Wcf da parte del consigliere spirituale del Sindaco, Monsignor Carlo Vinco, che è il prete che negli anni Ottanta e Novanta accompagnava fino agli ultimi istanti di vita le persone malate di Aids quando ancora non c’erano le cure. È anche il prete che si è inventato le strutture di assistenza per gli anziani e i più deboli in questa città e ha sempre battagliato in favore dell’accoglienza. Ed è questa la Verona che ci rappresenta, così come ci rappresenta la presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane Cristina Simonelli, che parteciperà alla contromanifestazione.

Lei si è dimesso in aperta polemica con la Giunta. Perché?
Due settimane fa ho presentato un’ordine del giorno contro le dichiarazioni omofobe del consigliere leghista Alberto Zelger, noto per la sua mozione contro la 194, alla trasmissione radiofonica La Zanzara. E lui risponde che io sono fonte di imbarazzo per il suo partito. Al sindaco, subito dopo, presento le mie dimissioni, visto che non volevo essere di imbarazzo nei confronti di nessuno, ma soprattutto che non condividevo l’appoggio a questo tipo di congresso da parte del Comune.

Un’ultima battuta, sulla proposta di legge di Alberto Stefani (Lega) sull’adozione dell’embrione, come alternativa all’aborto. Che ne pensa?
Si tratta anche in questo caso di una cosa grottesca. Facciamo fatica a organizzare le adozioni per i bambini già nati e vogliamo adottare un embrione ancora nella pancia della madre? A me sembra una grande stupidaggine.