Poche righe, secche, per ribattere alla sorprendente decisione presa da Donald Trump di bloccare i voli dall’Europa da venerdì a mezzanotte: «Il Covid-19 è una crisi globale non limitata a nessun continente e richiede cooperazione piuttosto che un’azione unilaterale. La Ue disapprova il fatto che la decisione degli Usa di allargare il divieto di viaggio sia stata presa unilateralmente e senza consultazione», dice il comunicato dei presidenti Ursula von der Leyen (Commissione) e Charles Michel (Consiglio). La Ue disapprova nella forma (decisione unilaterale) e nel contenuto (Trump accusa il «virus straniero» ormai «europeo» dopo essere stato «cinese»). Intanto c’è grande confusione su chi siano i paesi colpiti. Sembra difatti che l’esclusione valga per lo spazio Schengen e per chi vi ha transitato negli ultimi 14 giorni, cioè tutti i paesi Ue, meno Romania, Bulgaria, Cipro, Croazia, Irlanda, oltre la Gran Bretagna, esplicitamente citata da Trump. I due presidenti assicurano che «la Ue sta agendo con forza per limitare la diffusione del virus», in risposta alle accuse di Trump, per il quale l’Europa «non ha preso le precauzioni» degli Usa.

La Ue però è lungi dall’aver preso misure comuni. La Ue è nella confusione dopo la doccia fredda di Trump (le compagnie aeree crollano in Borsa, Air-France-Klm ieri ha perso il 15%). Ieri, da Bruxelles è arrivata ai 27 l’ingiunzione ad agire in modo «aggressivo» contro la diffusione del Covid-19, che mette a rischio l’economia europea. Per il momento la sola azione comune è la decisione di una ventina di stati membri di fare acquisti di gruppo di materiale sanitario e di stanziare 140 milioni per la ricerca sul vaccino. I 25 miliardi di euro sbandierati due giorni fa non sono che denaro già in cassa o stanziato. Si aspetta ancora una decisione definitiva sulla sospensione dei ghost flights, i voli a vuoto che le compagnie sono costrette a fare per non perdere gli slot. Ieri, i sindacati dell’Etuc (European Trade Union Confederation) hanno chiesto alla Ue di contribuire ad assicurare il pagamento delle ore di lavoro perse per i lavoratori europei «poiché il Codiv-19 espone al rischio la salute pubblica», indebolita nella maggior parte dei paesi membri dai« tagli ai diritti» imposti dopo la crisi del 2008. L’Etuc denuncia che 22 stati membri negli ultimi 5 anni hanno speso meno per la sanità rispetto al periodo precedente (i peggiori: Grecia -7,2%; Spagna meno 2,3; Cipro – 1,9, Irlanda -0,9, Italia -0,5). Ieri è stato sospeso il secondo round di negoziati su Brexit.

Ed è stata di nuovo una giornata di decisioni in ordine sparso nei 27. La Francia non rinuncia alle elezioni municipali, 15 e 22 marzo, per «assicurare la continuità della vita democratica». Da lunedì le scuole saranno chiuse, ma i trasporti pubblici continuano. Macron invita l’Europa a reagire «forte e in fretta», propone a G7 e G20 un coordinamento. La libertà di circolazione, una delle «4 libertà» europee, è sempre più limitata (e anche la circolazione delle merci – materiale sanitario – è già stata intralciata). La Repubblica ceca, seguita dalla Slovacchia, ha dichiarato lo stato d’emergenza e chiuso le frontiere ai cittadini di 15 paesi Ue, tra cui Francia e Germania, oltre alla Gran Bretagna. La Slovacchia fa eccezione per la Polonia confinante. Malta ha sospeso i voli da Italia, Francia e Germania. Per Macron «potranno essere decise chiusure alle frontiere, ma a livello europeo». L’Austria fa controlli alle frontiere con l’Italia e ha rimandato le elezioni municipali di due regioni. Scuole chiuse in Italia e da lunedì Francia, Grecia, Polonia, Irlanda, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Lituania, Danimarca, Austria, e fuori dalla Ue, Norvegia e Ucraina. L’ente spaziale europeo e la Russia hanno rinviato la missione Exomars, l’invio di un robot su Marte.