«La pace tra Eritrea ed Etiopia ha permesso ai due Paesi di riallacciare rapporti economici e diplomatici, ma non ha cambiato la situazione in Eritrea che resta una dittatura. Per questo gli eritrei fuggono e per questo hanno tutto il diritto di chiedere asilo in Italia». Don Mussie Zerai risponde così a Matteo Salvini. Ricordando la tregua firmata nel luglio scorso tra il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il dittatore eritreo Isaias Afewerki, il ministro degli Interni lo ha citato in un’intervista parlando degli eritrei che si trovano a bordo della nave Diciotti, quasi che la pace tra i due Paesi possa ora far cadere i motivi per una richiesta di protezione internazionale. Eritreo lui stesso (è nato ad Asmara nel 1975), fondatore dell’agenzia Habesha, il sacerdote è da anni impegnato nei salvataggi dei migranti che attraversano il Mediterraneo tanto da essere stato candidato nel 2015 al premio Nobel per la Pace.

Don Mussie Zerai

Padre Zerai cosa pensa di quanto sta accadendo a Catania con la nave Diciotti?
E’ una crudeltà che si aggiunge a tutte le altre che i migranti che si trovano a bordo hanno patito prima di arrivare in Italia. Usarli come arma di ricatto e di negoziazione politica con l’Unione europea, come sta facendo il governo italiano, lede la dignità della persona. Stiamo assistendo a una regressione sul piano civile, giuridico democratico, politico e umano. Un degrado totale.

A bordo ci sono moltissimi eritrei che avrebbero diritto a chiedere asilo, ma in questo modo gli viene negato.
Mi chiedo se siamo ancora in uno Stato di diritto. Vorrei sapere in base a che cosa queste persone vengono trattenute. Quale magistrato ha firmato un provvedimento di trattenimento? Rappresentano un pericolo per la sicurezza, per la la salute pubblica? Queste persone hanno diritto a chiedere asilo perché fuggono da una dittatura.

Il ministero Salvini l’ha citata dicendo che lei ha chiesto al governo italiano di fare la sua parte nel processo di pace tra Eritrea ed Etiopia. Come se la tregua raggiunta facesse cadere i motivi di una richiesta di protezione internazionale.
Quando ancora le trattative erano in corso mi ero appellato all’Italia perché era uno dei paesi garanti nella trattativa di Algeri per il cessate il fuoco e poi nel successivo trattato di pace. La pace però finora non ha prodotto nessun effetto sulla popolazione eritrea. I prigionieri non sono stati rilasciati, i giornali chiusi non sono statti riaperti. Gli eritrei continuano a fuggire perché in Eritrea manca una Costituzione che garantisca i diritti e i doveri dei cittadini, c’è un servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, c’è una continua violazione dei diritti umani, ci sono arresti arbitrari anche nei confronti delle minoranze religiose. Non c’è nessun tipo di libertà, né d movimento, né di stampa, né religiosa. Ecco perché queste persone scappano, e hanno il diritto di chiedere asilo in base anche alla Costituzione italiana e alla Convenzione di Ginevra. E hanno il diritto a essere protetti.

Salvini dice che non li fa sbarcare perché l’Europa non rispetta gli impegni presi.
Il ministro sbaglia, l’Italia deve essere all’altezza della sua storia e della sua civiltà. Se l’Europa non fa il suo dovere, non per questo dobbiamo essere trascinati tutti nel baratro. Qualcuno deve dire basta, ricordare che la nostra tradizione giuridica, umana e religiosa non permette questo degrado. Invece è sempre più una corsa verso il baratro. Spero che l’Ue risponda in tempi rapidi risolvendo per sempre la questione dei porti nei quali far sbarcare i migranti senza assistere ogni volta a queste sceneggiate. Tenere le persone nelle condizioni i cui si trovano sulla nave Diciotti è una violazione della Costituzione. Spero che qualcuno intervenga, a cominciare dal capo dello Stato, dai magistrati, dalla Chiesa e dalla società civile.

Intanto Salvini minaccia di riportare i migranti in Libia.
La Libia è stata dichiarata porto non sicuro non perché manchino le strutture per far attraccare le navi ma perché non vengono rispettati i diritti umani e non offre garanzie per la vita delle persone. Spero che quella del ministro sia solo retorica politica e non si trasformi in un atto concreto. Sarebbe disumano.