«Home To Me rappresenta quel processo interno che attraversiamo tutti quando valutiamo le nostre vite e azioni, chiedendoci se siamo fermi o se stiamo andando avanti. Veramente credo che ci stiamo evolvendo nella giusta direzione, ma ci vuole tempo. Come gli alberi, la nostra società cresce lentamente, il che rende difficile vedere ad occhio nudo il cambiamento, che richiede tempo e molte generazioni che si relazionino a vicenda. Non possiamo vedere come influenziamo il mondo circostante perché è come un occhio che cerca di guardarsi senza uno specchio», così Dominique Fils-Aimé, artista sempre interessante da ascoltare, presenta uno dei brani più intensi e pieni di significato di Three Little Words, terzo anello di una trilogia con cui ha ispezionato in precedenza il blues, il jazz ed ora giunge nel territorio del soul: «Considerato che questo album arriva dopo la rivoluzione del jazz, avvicinandoci alla contemporaneità, ho preso un momento per pensare a cosa è necessario durante e dopo una rivoluzione pacifica e quale energia musicale fosse più adatta a trasmettere tali idee. La mia conclusione è stata che il soul è la migliore nel comunicare il mio messaggio d’amore. Inviare energia curativa, permettere e incoraggiare le persone a provare anche emozioni negative, celebrando l’arrivo della luce solare nelle nostre vite. Speranza, amore, guarigione delle anime in un mondo più umano».

LE QUATTORDICI TRACCE presenti sono la concretizzazione delle sue parole. Grazie ad una voce francamente fuori dall’ordinario, morbida e potente al tempo stesso, l’affascinante canadese realizza un disco radioso e con una ampia gamma espressiva. Da brividi è Mine Mind Up, soul blues da diva che farebbe scintille sul palco principale del New Orleans Jazz & Heritage Festival nella giornata di chiusura. C’è spazio per canzoni che fanno danzare come l’apertura Grow Mama Grow ed altre che sanno essere frivole il giusto, come nel caso di While We Wait e You Left Me, fruibili come nei dettami del miglior pop, ma al contempo capaci sottotraccia di raccontare tanto altro. Fils-Aimé fa un uso sapiente del linguaggio, che trasforma in una scrittura essenziale ed attuale, utile alle melodie che vestono le sue liriche.

È IL CASO della ancestrale e incisiva Tall Lion Down: “È un incoraggiamento a mantenere la nostra posizione, un promemoria di quanto siamo potenti come individui e come unità. Usare metafore organiche per riportarci alla necessità di unirci gli uni agli altri come esseri umani, ma anche a tutte le creature e gli elementi di questa terra, perché loro sono uno con noi». Ancor di più accade con la title-track, fra l’altro traslitterazione ritmica della parola amore:«Mi è piaciuto comporre Three Little Words. L’unico messaggio che trasmette è il codice morse usato per ’love’, che è il ritmo di base della canzone e delle percussioni. Un’ondata di calore, che ci riporta nell’anima in un modo completamente diverso».