Tornano gli scontri al Cairo nella manifestazione dei sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi ora agli arresti in seguito al colpo di stato che ha avuto luogo tre mesi fa. La polizia avrebbe sparato su un gruppo di manifestanti che tentava di raggiungere piazza Tahrir, usando anche gas lacrimogeni. Ci sarebbero stati quattro morti non confermati da fonti ufficiali. Altre marce si sono svolte nel quartiere del centro del Cairo di Aguza, gli attivisti gridavano «Rabaa, Rabaa», in ricordo delle centinaia e centinaia di vittime dello sgombero del sit-in dei pro-Morsi dello scorso 14 agosto.

La polizia militare presidia il ponte Qasr al-Nil che porta a piazza Tahrir dal quartiere residenziale di Zamalek. Altri scontri sono scoppiati nel quartiere centrale di al-Manial e lungo via al-Ahram a Giza. Già giovedì alcuni sostenitori dei Fratelli musulmani avevano tentato di entrare nel simbolo delle proteste del 2011 scontrandosi con i venditori ambulanti che permanentemente presidiano la piazza. Secondo la televisione di stato ulteriori scontri hanno avuto luogo nelle roccaforti islamiste di Sharqiya, Giza e in alcuni quartieri di Alessandria. I Fratelli musulmani hanno fatto sapere che proseguiranno le manifestazioni in vista della giornata di domenica, 6 ottobre, 40esimo anniversario della guerra contro Israele del 1973.

In una dichiarazione resa nota lo scorso giovedì, la Fratellanza ha criticato duramente gli ufficiali che hanno permesso la destituzione di Morsi, paragonandoli a Adolf Hitler, all’imperatore Nerone e al conquistatore mongolo Hulagu Khan. Nel documento si legge anche: «domenica, il popolo egiziano vincerà contro chi ha perpetrato un colpo di stato per interessi personali». La confraternita chiede poi ai soldati di ribellarsi alla volontà degli ufficiali che hanno mutato il loro dovere di «controllare i confini, partecipando direttamente in politica». Dal canto loro, le forze politiche che sostengono l’esercito manifesteranno nella stessa giornata, mentre il partito salafita Nour ha deciso che non scenderà in piazza.

In risposta alla mobilitazione, la presidenza ad interim di Adly Mansour ha annunciato che non tollererà azioni contro le celebrazioni ufficiali. Per questo, esercito e polizia hanno rafforzato le misure di sicurezza, in particolare a piazza Nahda e Rabaa, i simboli della resistenza islamista. Non solo, ieri il coprifuoco notturno è stato anticipato alle 7 della sera e, secondo molti testimoni, è ampiamente rispettato al Cairo.

Lo scorso giovedì, l’Alto rappresentante europeo per la politica estera, Catherine Ashton ha fatto visita al Cairo per la terza volta dall’inizio della crisi. Ashton ha incontrato il capo delle Forze armate Abdel Fattah Sisi e il presidente ad interim. Alla vigilia della missione, un ragazzo di 16 anni era stato ucciso in manifestazioni dei pro-Morsi nella città portuale di Suez. In precedenza, si erano incontrati al Cairo alcuni ufficiali dell’esercito egiziano con alti militari degli Stati uniti per discutere della questione degli aiuti militari, per ora congelati, all’Egitto. Il luogotenente dell’esercito Sedki Sobhi ha incontrato il generale James Terry, capo della fanteria del commando centrale Usa, ma la stampa locale non riporta i contenuti del colloquio. Infine, i due cittadini canadesi, ormai da oltre due mesi in carcere al Cairo, John Greyson e Tarek Loubani, arrestati mentre tentavano di entrare a Gaza, hanno iniziato lo sciopero della fame per ottenere il loro rilascio, dopo l’intervento delle autorità diplomatiche canadesi.