Anche quest’anno l’Italia è rimasta tagliata fuori dagli Oscar: Dogman non ha conquistato l’Academy che ha annunciato ieri le prime shortlist di candidati, fra le quali proprio quella per il miglior film straniero. Il film di Matteo Garrone vincitore a Cannes del premio al miglior attore protagonista grazie a Marcello Fonte – sabato scorso eletto miglior attore dell’anno anche agli European Film Awards – non è arrivato dunque neanche in «semifinale», come già era accaduto ad A Ciambra di Jonas Carpignano l’anno scorso.

E come in quel caso sono subito partite le riflessioni ex post su chi sarebbe stato meglio candidare – forse Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, molto apprezzato negli Usa dove di recente è stato inserito nella Top 5 dei film in lingua straniera dell’anno dalla National Board of Review.

A FARCELA, dopo tante discussioni sul «caso Netflix», è stato invece il vincitore del Leone d’oro Roma, anche se resta da vedere se Alfonso Cuaron verrà inserito nella rosa dei candidati alla miglior regia. Insieme a Roma, che concorre per il Messico, anche un altro film passato dal concorso di Venezia: Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck, il candidato della Germania. Dalla Danimarca viene invece The Guilty di Gustav Möller, presentato lo scorso gennaio al Sundance.
Tutti gli altri (la shortlist è composta da nove film) sono titoli di Cannes: dal vincitore della Palma d’oro Affari di famiglia di Hirozaku Kore’eda a Ayka di Sergei Dvortsevoy, il candidato del Kazakistan. E ancora Burning di Lee Chang-dong (Corea del Sud), Cafarnao di Nadine Labaki (Libano), Cold War di Pawel Pawlikowski (Polonia) e anche un titolo della Quinzaine des Réalisateurs: Pajaros de verano di Ciro Guerra e Cristina Gallego (Colombia).

Insieme ai candidati al miglior film straniero – ma la cinquina definitiva si saprà insieme a tutte le altre a gennaio – sono state annunciate ieri anche le shortlist per il miglior documentario – tra i quali Three Identical Strangers di Tim Wardle e Of Fathers and Sons di Talal Derki – e quelle per la miglior colonna sonora e canzone originale. Manca inspiegabilmente da entrambe le categorie Vox Lux di Brady Corbet (musiche di Scott Walker e Sia), mentre ci sono All the Stars di Kendrick Lamar (Black Panther), Suspirium di Thom Yorke (Suspiria, candidato anche per il miglior trucco) e com’era prevedibile Shallow di Lady Gaga, composta per A Star Is Born.