Donald Trump e il suo team legale hanno presentato ricorso d’urgenza alla Corte Suprema, chiedendo di impedire temporaneamente al dipartimento di Giustizia di esaminare, senza la supervisione di uno special master, i documenti riservati sequestrati dall’Fbi nella villa del tycoon in Florida. Pochi giorni fa una corte federale composta da 3 giudici, di cui 2 nominati da Trump, aveva affermato all’unanimità che gli investigatori potevano conservare i documenti riservati e rivederli senza la supervisione dello special master, in quanto i documenti appartengono al governo, non al tycoon.

LA STORIA va avanti ormai da mesi: da quando l’Fbi ha fatto un blitz nella residenza di Trump di Mar-a-Lago, parte di un’indagine sulle accuse rivolte all’ex presidente di aver portato via dalla Casa bianca dei documenti top secret dopo avere lasciato l’incarico.
Un tribunale distrettuale aveva proibito di esaminare 11.000 documenti riservati, ed aveva nominato uno special maste (una specie di giudice super partes), Raymond Dearie, affidandogli il compito di valutare se Trump potesse o meno tenere affermare il privilegio esecutivo su alcuni dei documenti, sottraendoli al governo. La corte d’appello federale ha respinto la decisione di primo grado che era stata favorevole a Trump, e ha stabilito che gli investigatori potevano continuare a esaminare i documenti archiviati come top secret, senza prima doverli sottoporre alla valutazione dello special master.

A QUESTO PUNTO la scalata alle corti inferiori si è conclusa, e a Trump non è rimasto che rivolgersi all’Alta Corte, consapevole della tendenza conservatrice della maggioranza dei giudici che ne fanno parte, di cui i 3 più reazionari sono stati nominati proprio da lui. Ora il caso è archiviato nel registro delle emergenze, e i giudici potrebbero risolvere la controversia in tempi relativamente brevi, nel giro di pochi giorni.
Fino ad ora i giudizi di questa Corte Suprema, nelle vicende che riguardano i problemi giudiziari dell’ex presidente, sono stati poco favorevoli al tycoon, e hanno ripetutamente respinto gli sforzi di Trumpdi contestare i risultati delle elezioni del 2020.

NON ALTRETTANTO si può dire di Aileen Cannon, giudice federale delle Corti minori, estremamente fedele al tycoon, tanto da schierarsi anche contro lo special master che lei stessa aveva nominato, quando Trump aveva sollevato la richiesta di avere un supervisore indipendente per esaminare i documenti. In quell’occasione Cannon era andata anche oltre, e dopo aver scelto Dearie per il ruolo di special master, aveva ordinato al governo di cessare qualsiasi revisione o uso dei materiali per le indagini penali fino al completamento della revisione generale da parte del giudice indipendente. Quando pochi giorni fa Dearie ha richiesto che Trump fornisse la lista degli oggetti presenti nei locali perquisiti dai federali, i legali di Trump si sono opposti, Cannon si è schierata con loro, e contro Dearie, anche se la sua richiesta era una risposta alle affermazioni di Trump, secondo cui sarebbero stati i federali a portare oggetti e documenti incriminanti a Mar A Lago.