Comincia decisamente in salita l’esame al Senato del decreto sicurezza, licenziato mercoledì scorso dalla Camera. Anziché assegnare il testo alla sola commissione Affari costituzionali, come è prassi, la presidente Elisabetta Casellati ha deciso infatti che il provvedimento venga esaminato congiuntamente anche dalla commissione Giustizia. Una scelta che ha lasciato di stucco gli esponenti della maggioranza, che vedono nella decisione della presidenza – destinata da allungare l’iter del provvedimento – un pericolo all’approvazione del decreto, in scadenza il prossimo 20 dicembre. «Evidentemente siamo di fronte ad un’autonoma decisione della presidente del Senato, forse sollecitata dal presidente leghista della commissione Giustizia, che davvero non comprendiamo», commenta Valeria Valente, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali.

Non è certo un mistero per nessuno che la Lega non gradisca vedere archiviare i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini quando era lui ai vertici del Viminale. Il motivo è chiaro: il nuovo testo messo a punto dalla ministra Luciana Lamorgese in mesi di lavoro con esponenti della maggioranza, smonta l’architettura fortemente anti immigrazione e anti navi delle ong voluta del leader del Carroccio, ricostruendo un sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e abolendo le maxi multe per quanti soccorrono i migranti in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Inoltre viene allargata la protezione umanitaria e posti nuovi paletti al rimpatrio di quei migranti che vedrebbero la loro vita messa in pericolo da un eventuale ritorno nel Paese di origine.

Tutte norme che adesso rischiano di essere rese vane dalla decisione presa dalla presidente del Senato. «Non capiamo. E’ prassi, e così è sempre stato, che sia la prima commissione a occuparsi di temi come la sicurezza pubblica, gli enti locali e l’immigrazione», dicono ad esempio la senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e membro della commissione Affari costituzionali, e il senatore Guido Ruotolo, anche lui del gruppo Misto, che a Casellati chiedono di spiegare i motivi della sua decisione.

Proteste arrivano anche dal Movimento 5 Stelle che chiede alla presidente di ripensare la decisione presa riassegnando l’esame del decreto alla sola commissione Affari costituzionali. «A quanto ci risulta la presidente Casellati è giunta una richiesta in tal senso da parte della presidenza leghista della commissione Giustizia, senza che vi sia stata, di questo siamo certi, una decisione presa a maggioranza tra le senatrici e i senatori della seconda commissione né un pronunciamento dei capigruppo» affermano in una nota le senatrici pentastellate Laura mantovani e Grazia D’Angelo.

Esprimono stupore anche Julia Unterberger e Gianclaudio Bressa, capogruppo delle Autonomie nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato, che parlano di «scelta no corretta rispetto alla tipologia e ai contenuti del provvedimento». E al centrodestra, che parla di «logica assegnazione» del decreto alla commissione Giustizia, risponde il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Franco Mirabelli: «I colleghi del centrodestra dovrebbero meditare sul fatto che se i capigruppo del Pd, dei 5stelle e di Leu hanno lamentato pubblicamente lo stesso problema e non si sono accorti che tutti i componenti della commissione avrebbero condiviso, come loro affermano, la decisione di fare esaminare il Dl sicurezza dalla commissione stessa, evidentemente un problema c’è. Più probabilmente il centrodestra ha confuso i suoi desideri con la realtà o ha partecipato ad un’altra riunione».