«Travestirmi pur restando me stessa, mimetizzarmi. Questo è quello che ho voluto fare in quest’album». A parlare è, scommettiamo, la nuova icona dell’urban pop italiano ovvero la romana Margherita Carducci alias Ditonellapiaga che, fra qualche settimana, parteciperà al Festival di Sanremo insieme a Rettore. In attesa di vedere l’inedito duo sul palco dell’Ariston – presenteranno il brano Chimica –, Ditonellapiaga pubblica oggi, per ora solo in digitale, l’album Camouflage che, fin dal titolo, sottolinea l’eclettismo musicale di un’artista che non riesce a restare confinata fra le gabbie di un solo genere.

DAL NU SOUL alla dance, transitando anche per il reggaeton e le ballad, la cantautrice cesella dodici brani di schizofrenica versatilità. Come la delicata Non ti perdo mai, scritta con Fulminacci, la suadente e orecchiabilissima Spreco di potenziale e il potente brano che apre il disco Morphina, inno stroboscopico alle carni perdute in tempo di pandemia. «Mi sono diplomata in un’accademia teatrale quindi ho studiato molto il discorso del corpo» racconta Margherita «Per me è impensabile scinderlo dalla mia testa e dai pensieri che sono radicati in lui. Forse la mia generazione ha meno tabù ma in realtà siamo fintamente in contatto tra di noi e sento la necessità di trovare una dimensione più collettiva. Tornando al teatro, credo che aver studiato come declinare simbologia e immagini mi abbia formato anche da un punto di vista di scrittura dei testi».

E SONO PROPRIO le liriche uno dei punti di forza di questo sorprendente esordio, dopo l’antipasto in forma Ep Morsi uscito lo scorso anno. Introspettiva, cruda, autoironica e romantica, Ditonellapiaga spazia anche nell’assumere via via diverse identità per raccontare il mondo che la circonda «Il processo creativo parte sempre dalla musica che compongo e mi affido il più possibile allo strumento o ai suoni. Poi arriva la scrittura dei testi dove, in alcuni casi, amo inventarmi una veste e creare un personaggio con il suo linguaggio specifico, come quando da bambini si indossavano per gioco i vestiti dei grandi. Ma alcuni brani sono anche una perfetta istantanea di me stessa».
«Come fai – prosegue – è il pezzo al quale sono più legata in assoluto, una radiografia di tutto ciò che ho portato nel petto per anni, senza trovare le parole giuste per consacrarne degnamente la memoria e provare a liberarmene definitivamente». Formatasi nei piccoli club romani, dove ha potuto sperimentare anche il jazz, Ditonellapiaga racconta anche come è nata la collaborazione con Rettore «Con lei sento di condividere alcune tematiche, come quella del corpo, e anche un’ironia un po’ maliziosa che non guasta mai. Il brano che presenteremo a Sanremo, Chimica, musicalmente vive della mia epoca ma cerca anche un dialogo con quella di Rettore. Creando, mi auguro, un’ottima sinergia».