La buona notizia del day after in Oklahoma è stato il ridimensionamento del numero delle vittime accertate, “solo” 24 invece delle 51 inizalmente stimate, un numero che però sembra destinato a risalire man mano che procederanno le operazioni di soccorso nella montagna di detriti che fino a lunedì sera era il sobborgo di Moore, a 15 km dal centro di Oklahoma City. Il tornado “atterrato” domenica sera è stato uno dei più violenti e distruttivi nella storia del paese pur nella tornado alley, il “corridoio” nel cuore esatto del paese che comprende Oklahoma, Kansas, Arkansas, Missouri e Iowa, abituato a questo tipo di fenomeni soprattuto in primavera.

Ma anche qui fra gli Ozark e l’Appalachia la tromba che si è abbattuta sulla periferia di Oklahoma City è stata mostruosa, con una base larga 3 km che è rimasta a contatto col terreno per oltre 40 minuti, abbastanza da seminare una distruzione inaudita. Il servizio metereologico 15 minuti prima del tornado aveva dato l’allarme rosso, il segnale alla popolazione di raggiungere i rifugi sotterranei di cui molte case sono dotate.

La tromba d’aria ha fatto registrare venti fino a 300km/h e sopratutto ha centrato in pieno una zona densamente popolata comprese, tragicamente, le tre scuole elementari dove sono morti 7 bambini; per loro rifugiarsi nello scantinato non è bastato. Testimoni e sopravvissuti hanno tutti raccontato dell’avvicinarsi del gigantesco “imbuto” di vento e della ricerca disperata di un riparo, il caratteristico boato simile si dice a quello di un treno lanciato a tutta velocità e poi caos. Il tornado di forza 4 o 5 (quella massima) ha disintegrato edifici sbriciolando muri e scagliando travi di acciaio come proiettili, automobili e autotreni sono volate a centinaia di metri di distanza dalla furia del vento che ha sradicato alberi e scoperchiato case.

Quando sono infine emersi dalle macerie ai sopravvissuti si è presentata una scena apocalittica: un gigantesco campo di detriti, materiali ridotti a poco più di schegge e lamiere contorte da cui si udivano lamenti e grida di aiuto. In realtà considerando il paesaggio lunare lasciato dal tornado è soprendente che le vittime non siano state molte di più, a conferma dei progressi fatti nella preparazione della popolazione civile, ha affermato Mary Fallin, governatrice di uno stato nel cui passato si registrano tornado che hanno fatto anche molte centinaia di morti.

Il presidente Obama è stato da subito in contatto con le autorità locali promettendo la piena assistenza del governo federale «per tornare a riempire d’amore quelle case devastate», riprendendo insomma il ruolo di «consolatore capo» a cui è chiamato a seguito di attentati o disastri naturali e in cui per molti versi appare recentemente più efficace che non nelle quotidiane mansioni politiche. A Moore le operazioni di soccorso proseguono in condizioni meteo «instabili», cioè temporali, ognuno col nefasto potenziale di produrre nuove trombe d’aria che oggi potrebbero tornare a colpire, secondo il meteo, una regione che dall’Oklahoma si estende fino al Texas orientale.