«Faccio professione solenne di disobbedienza civile alle leggi ingiuste contro i migranti e i poveri. E chiedo che lo facciano i cristiani che davvero mettono al primo posto il Vangelo e tutti coloro che credono nella giustizia».
A parlare è padre Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, da sempre in prima linea accanto agli ultimi, ai migranti, alle donne sfruttate vittime di tratta, talvolta incassando ramanzine ecclesiastiche e più spesso severe critiche dei potenti del momento, ieri democristiani, oggi leghisti. «Plaudo e sostengo l’iniziativa dei braccianti pugliesi e del vescovo di Bari, monsignor Cacucci, che ha appoggiato la loro causa», spiega al manifesto Nogaro. Che aggiunge, con determinazione: «Nella nostra situazione, nell’Italia di oggi, la Chiesa, i vescovi, i preti e i cristiani devono praticare la disobbedienza civile, assumendone le conseguenze, a costo di essere processati, condannati, anche di andare in prigione se necessario».

Lo chiede anche la parabola evangelica del «buon samaritano»…
Certamente. Dobbiamo difendere e soccorrere chi è nel bisognoso, i poveri, i braccianti, i migranti. I cristiani sono chiamati da Dio ad essere buoni samaritani, è un imperativo evangelico.

I braccianti hanno occupato la cattedrale di Bari sottolineando le parole di papa Francesco secondo cui «il lavoro conferisce dignità all’uomo». La Chiesa è su questa linea?
Il lavoro dà il pane e la dignità. E noi dobbiamo difendere con forza i diritti dei braccianti, dei migranti e di tutti i lavoratori sfruttati. Ma a me pare che in realtà siano pochi i preti e i vescovi che seguono la linea di papa Francesco. Allora non è tanto la Chiesa in quanto tale, perché la Chiesa ha tradito tante volte l’uomo, ma il discepolo di Cristo a dover tendere la mano verso chi è in difficoltà.

Le recenti misure legislative hanno peggiorato la situazione?
Sono indignato verso alcune norme, volute dal governo e approvate dal parlamento, che sono violente, che calpestano la dignità degli esseri umani e offendono la vita umana. Purtroppo le parole brutali del ministro Salvini sul tema della sicurezza vengono accolte con simpatia da molti cattolici, ma anche da tanti preti e diversi vescovi.

E non è finita: la prossima settimana il parlamento discuterà il decreto sicurezza bis, contro il quale lei, insieme a padre Zanotelli, a don Santoro, a tante religiose, religiosi e credenti state digiunando e protestando in piazza, a Montecitorio…
Non è possibile affermare la sicurezza di alcuni compromettendo la vita e la dignità di altre persone che sono in difficoltà, come i migranti. Il primo decreto sicurezza, e ora anche questo decreto bis, se verrà approvato, condannano i poveri e i migranti. Ma condannano anche coloro che li salvano e li difendono. E lo fanno creando e alimentando menzogne sull’opera delle persone e delle organizzazioni di buona volontà, come le ong. Per questo dico che l’unica via è la disobbedienza civile a queste leggi ingiuste.