E’ la grande diserzione nel campo di François Fillon, che chiama in un video i suoi ultimi sostenitori a “resistere con una forza calma”. Un centinaio di personalità dei Républicains ha già abbandonato il candidato, che ha perso persino il direttore finanziario della campagna e il suo unico porta-voce, il finora fedelissimo Thierry Solère. Una parte dei “Giovani con Fillon” ha pubblicato un comunicato che prende le distanze, dopo l’abbandono dei centristi Udi. IL 70% dei francesi pensa che Fillon abbia torto a non ritirarsi. Nicolas Sarkozy trama nell’ombra – ieri ha ricevuto due pezzi grossi della destra, il presidente del Senato Gérard Larcher e l’ex presidente dell’Assemblée Bernard Accoyer – per mettere un punto un “piano B”, che eviti o almeno limiti il ritorno trionfante di Alain Juppé. Lo sconfitto al ballotaggio delle primarie della destra conserva il silenzio, ma fa dire dai suoi (che si sono tutti dimessi dall’équipe di Fillon) che “non si tirerà indietro”. Juppé pone due condizioni per presentarsi come candidato di sostituzione: che Fillon si ritiri e di ricevere un sostegno unanime dei Républicains. Ma Fillon “resiste”, in attesa di essere indagato, dopo l’interrogatorio del 15 marzo. Un sondaggio, da prendere con le pinze (realizzato con meno di mille persone), nell’ipotesi di una candidatura Juppé, dà il sindaco di Bordeaux in testa al primo turno, che andrebbe al ballottaggio con Emmanuel Macron, Marine Le Pen relegata al terzo posto. Invece, se Fillon resta, il ballottaggio sarà Macron-Le Pen, con la candidata del Fronte nazionale in testa al primo turno.

Fillon ha organizzato un piano di riconquista che appare disperato. Domenica, Sens commun, il movimento politico che ha origine nella Manif pour tous (la protesta contro il matrimonio gay), ha organizzato una manifestazione contro i giudici al Trocadero a Parigi, con un previsto discorso di Fillon. Si tratta dell’ala più radicale dei sostenitori del candidato, la destra cattolica, gli unici rimasti al suo fianco. Contemporaneamente, a République, ci sarà un’altra manifestazione, probabilmente molto consistente, contro la corruzione, che prenderà di mira Fillon e Marine Le Pen, anche lei impantanata in uno scandalo di impieghi fittizi (ma al Parlamento europeo, cosa che la rende ancora più popolare nel suo elettorato anti-europeo). Oggi, Fillon dovrebbe presentare il suo programma – rivisto sotto la pressione di Sarkozy – in un incontro a Aubervilliers, mentre giovedi’ ha riunito 3mila fedelissimi a Nîmes, con un comizio battagliero: “avete di fronte a voi un combattente”.

La preoccupazione cresce in Francia per le conseguenze del caso Fillon, che rivelano le crepe del sistema democratico. Ieri, è persino sceso in campo François Hollande, che ha deprecato che “l’ostinazione di Fillon finisca per perturbare lo svolgimento dell’elezione presidenziale”. Benoît Hamon, candidato socialista, ha deplorato che Fillon abbia “deciso di rendere isterico il dibattito pubblico attorno alla sua situazione, puntando il dito contro i giudici”. La campagna non è ancora entrata nel vivo, nella discussione dei programmi. Emmanuel Macron ha presentato giovedi’ il suo progetto, una modernizzazione del paese ispirata dal modello scandinavo. Hamon è riuscito a portare al centro della campagna due temi innovatori, il reddito di cittadinanza e la tassazione dei robot. Ma l’eccessivo protagonismo individuale – non solo Fillon, ma anche Marine Le Pen, purtroppo Jean-Luc Mélenchon e, in parte, Macron nella parte del “giovane e bello investito da un destino eccezionale” – ha schiacciato i contenuti in secondo piano. La destra è sull’orlo dell’esplosione. Una parte sempre più consistente denuncia un “accecamento incredibile” del gruppo dirigente, che non riesce a spingere Fillon a ritirarsi. Intanto, il candidato di destra ha già ampiamente raccolto le 500 firme di sostegno di eletti, necessarie per convalidare la candidatura (ne ha quasi tre volte tanto). Ma i politici di destra cominciano già a rinviare dei moduli con il sostegno a Juppé, per evitare di trovarsi in difficoltà con l’avvicinarsi della data-limite del 17 marzo. Il 20 marzo è previsto il primo dibattito tv (su Tf1) tra i principali candidati e non si sa ancora chi sarà presente.