Dura è la legge del rugby. E’ spietata e non fa sconti, né ammette alibi. L’Italia esce sconfitta dall’Aviva Stadium di Dublino con il punteggio di 56-19, otto mete incassate contro tre. Giocava contro la terza squadra del mondo, una settimana dopo aver incontrato e perso la sfida con la seconda, l’Inghilterra. L’inizio di questo Sei Nazioni è stato crudele per i colori azzurri.
Il primo tempo ha visto un dominio totale e incontrastato dell’Irlanda. Quattro mete messe a segno senza incontrare resistenza. Il possesso palla stabilmente in mano ai verdi: 68 per cento contro il 32. Con l’ovale in mano Sexton e compagni avevano percorso 300 metri, l’Italia appena 98. L’infortunio a Tadhg Furlong dopo appena tre minuti (entrava Porter) non scalfiva di un millimetro le certezze irlandesi che dopo 11’ erano già in meta con Robbie Henshaw. Altri due minuti e toccava a Conor Murray, liberato da Jack Conan sul corridoio lungo linea. Al 21 arrivava la terza meta di Bundee Aki e al 35’ la quarta di Keith Earls che chiudeva ogni discorso: vittoria in tasca con bonus point e l’Irlanda che aveva preso il largo, inavvicinabile tanto nel punteggio quanto nei valori tecnici. Il tabellino segnava 28-0 e Johnny Sexton aveva piazzato tra i pali tutti i calci di trasformazione.

La carica dei trifogli

Il lato del foglio di chi scrive dedicato alla squadra azzurra era vuoto, a parte qualche nota per gli errori nei placcaggi, i passaggi mal eseguiti, i tantissimi falli nei confronti dei quali l’arbitro Romain Poite sorvolava con dolcezza, limitandosi a un paio di ammonimenti verbali al capitano Sergio Parisse. E ancora: l’Irlanda aveva giocato cinque mischie, vincendole tutte, l’Italia soltanto una; 7 rimesse laterali a favore dei verdi, 3 per gli azzurri (due perse). Dopo quaranta minuti di gioco la partita poteva dirsi archiviata. Il secondo tempo sarebbe stato comunque un’altra cosa, un copione recitato in tono minore e con scarso interesse per il pubblico. E infatti. Dopo dieci minuti Schmidt richiamava la mediana titolare (Murray-Sexton) e mandava dentro i rincalzi. L’Irlanda alzava il piede dall’acceleratore e lasciava più spazio agli avversari. Nel frattempo aveva segnato la quinta meta (44’) ancora con Henshaw, che nell’azione si infortunava, sostituito dal giovanissimo Larmour. Il punteggio era ora sul 35-0. Un abisso.

Entravano i sostituti dalle panchine e l’Irlanda, dopo aver segnato la sesta meta con Rory Best, si rilassava. Giungeva così, al 56’, la meta di Tommaso Allan (bella incursione di Castello) e si era sul 42-7. Rispondeva Jacob Stockdale tre minuti più tardi, poi toccava a Gori (62’) finalizzare una bella fuga di Matteo Minozzi supportato da Parisse. Ancora una meta di Stockdale, l’ottava, trasformata da Carbery, issava gli irlandesi sul 56-14. A cinque minuti dal fischio finale giungeva infine la meta di Minozzi che fissava il risultato finale.
Non ingannino le tre mete azzurre nel secondo tempo, giunte contro avversari rilassati e ormai certi di aver realizzato tutti gli obiettivi prefissi. La differenza tecnica tra le due squadre è stata netta, assoluta, a tratti imbarazzante. Nel Sei Nazioni è la quindicesima sconfitta consecutiva: un primato che nemmeno la sessantaduesima presenza di Parisse (recordman tra i giocatori in attività) può addolcire. Tra due settimane ci aspetta la Francia a Marsiglia – anche questa un “retrocessione” per un rugby italiano che Oltralpe non reputano degno dello Stade de France di Parigi? – e l’obiettivo per noi è ancora una volta quello di evitare il cucchiaio di legno.

Battaglia al Twickenham 

La sfida di Londra tra il XV della Rosa e il Galles. L’Inghilterra è riuscita nella prima parte del match ad andare in meta due volte con Johnny May, portandosi sul 12-0. Poi è stata battaglia e la difesa dei padroni di casa è salita sugli scudi. Il Galles ha cercato di riportarsi sotto ma gli unici punti racimolati sono giunti da un calcio piazzato di Patchell. Il primo tempo si è chiuso sul punteggio di 12 a 3. La ripresa ha visto le due squadre affrontarsi in una battaglia fisica durissima che non ha avuto un solo attimo di pausa. Ancora una volta la difesa inglese ha saputo chiudere tutti gli spazi. Al 75’ Anscombe ha piazzato un penalty che ha permesso ai gallesi di accorciare ancora le distanze portandosi sul 12-6. Gli ultimi cinque minuti hanno visto il Galles lanciato in una serie infinita di attacchi e un’Inghilterra capace di arrestare ogni folata offensiva fino al fischio finale.
Irlanda e Inghilterra comandano la classifica con 9 punti. Domenica (16.00, DMAX) a Edimburgo si gioca Scozia-Francia.