La nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def), approvata ieri dal Cdm, registra il fallimento di tutte le previsioni economiche fatte dal governo ad aprile. Allora Renzi aveva assicurato di avere fornito cifre «prudenti» sulla crescita, il debito pubblico e il deficit.

Ieri l’esecutivo ha steso un velo pietoso sulle velleità primaverili e ha riconosciuto la realtà invernale. Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il Pil 2014 si attesterà a -0,3% (dunque più in basso delle previsioni Istat, e non a +0,8 come pensava il governo) e il deficit al 3% (e non al 2,6%). «A partire dal 2016 si riprenderà l’aggiustamento strutturale dello 0,5% che porterà nel 2017 al pareggio di bilancio». «Siamo in una situazione che richiama circostanze eccezionali», si è giustificato Padoan, ammettendo ciò che era già noto ad aprile. «È lecito immaginare un rallentamento del processo di aggiustamento del saldo strutturale, che avverrà in misura positiva ma ridotta rispetto a quanto immaginato nel Def di aprile».

Nella Legge di stabilità «ci sarà la conferma degli 80 euro, il rafforzamento del taglio del cuneo fiscale delle imprese, importanti risorse per gli ammortizzatori sociali in senso lato, che permetteranno di dare ulteriore spinta alla riforma del mercato del lavoro» ha assicurato Padoan che sostiene anche un «ampliamento della prospettiva». Previsto anche «un superamento progressivo del patto di stabilità interno». Questo «porterà gli Enti locali ad avere una contabilità in pareggio, quindi sarà un significativo miglioramento qualitativo della finanza locale che permetterà di evitare storture che fino adesso hanno impedito l’uso razionale delle risorse a disposizione di Comuni e Regioni».

Allo stesso tempo viene registrato l’aumento del debito pubblico. Quello che il Fiscal Compact, votato in costituzione da Pd e dalla destra nel 2012, dovrebbe tagliare al ritmo di 50 miliardi all’anno fino al 2036, riportandolo al 60% sul Pil. Nel 2014 si attesterà al record di 131,7%. nel 2015 aumenterà al 133,4. Lo ha confermato Padoan.

Le prospettive di tagli disastrosi incombono, considerate anche le previsioni sulla crescita che non promettono alcun effetto moltiplicatore sul denominatore. Padoan parla di «circostanze eccezionali». Questa dicitura servirà per ottenere dalla Commissione Europea il via libera per lo slittamento del pareggio di bilancio al 2017. In ogni caso «gli obiettivi nel medio termine sono gli stessi con una modulazione diversa», ha aggiunto. «Noi stiamo rispondendo in modo soddisfacente alle richieste» di Bruxelles. Il 15 ottobre verrà inviata la legge di stabilità sulla quale poi l’Ue esprimerà sua valutazione. Colpo basso anche al piano di privatizzazioni «inferiori a quanto previsto (cioè lo 0,7% del Pil) ma recupereremo l’anno prossimo».

La spending review «continuerà e sarà approfondita – assicura Padoan – coprirà i tagli delle imposte per famiglie e imprese, ma allo stesso tempo aumenterà l’efficienza della spesa pubblica». «Le richieste della Ue saranno soddisfatte». La crisi continua, ma le politiche dell’austerità restano intoccabili.