La notizia è giunta nella tarda mattinata di Halloween quando Los Angeles e dintorni al massimo era preoccupata che le prime piogge a bagnare la regione da diversi mesi potessero di interferire col rito del trick or treat. La doccia fredda invece è arrivata dall’ex aeroporto militare di Mojave, 120 km a nord della città: l’esplosione ad alta quota dello «spazioplano» Spaceship Two durante un volo di collaudo è stato un duro colpo per la nutrita comunità aerospaziale della California del sud e per le prospettive dell’industria privata dello spazio che solo tre giorni prima aveva sofferto la perdita di un razzo cargo destinato alla stazione spaziale internazionale poco dopo il decollo da una base in Virginia. Trattandosi di un razzo da carico Antares senza equipaggio, in quel caso non c’erano state vittime, non è purtroppo stato così l’altroieri,  l’incidente catastrofico al velivolo della Virgin Galactic è costata  la vita al pilota collaudatore, un copilota è sopravvissuto ma versa in gravi condizioni  dopo essere riuscito ad espellersi col paracadute d’emergenza (di per se un piccolo miracolo dato che l’esplosione è avvenuta a 15 km d’altezza.)

Le indagini ora in corso sulla meccanica dell’incidente sono appena agli inizi ma fra le possibili cause si parla già della nuova miscela di carburante potenziato che i tecnici stavano sperimentando per la prima volta in volo dopo una serie di test a terra. Il volo di venerdì era il numero 55 per l’astro-velivolo progettato da Burt Rutan il visionario pioniere dall’aviazione fondatore di Scaled Composites che dopo il successo del prototipo sperimentale Spaceship One 8 anni fa, era stata acquisita dal miliardario inglese  Richard Branson, già patron della Virgin Music e la linea aerea Virgin Atlantic. Come il predecessore,  Spaceship Two, presentato alla stampa un paio di anni fa personalmente dal finanziere inglese nel suo hangar nel deserto, era un progetto d’avanguardia: una fusoliera punteggiata di oblò con lunghi alettoni girabili nella parte posteriore a fungere da code direzionali. Il decollo dell’aeronave avveniva a mezzo del White Knight un singolare velivolo a doppia fusoliera usato per sganciare lo Spaceship a 15000 metri di quota. È stato dopo questa operazione, all’atto di accendere i razzi o poco dopo, che sarebbe avvenuta la «seria anomalia risultata nella perdita del velivolo» come annunciato dal comando delle operazioni venerdì, un esplosione o secondo un altra versione, un cedimento strutturale.

Lo spazioplano aveva posto per due piloti e sei passeggeri paganti per i voli della durata di un paio d’ore – compresi alcuni minuti nella gravità zero dello spazio suborbitale. Lo stesso Branson aveva annunciato l’intenzione di essere a bordo, assieme al figlio la prossima primavera, del primo volo che avrebbe dovuto decollare dal nuovo spazioporto costruito appositamente in New Mexico. Adesso nella migliore delle ipotesi le operazioni saranno rimandate a data da destinarsi. L’incidente inoltre avrà sicuramente una ricaduta di ritardi anche sulle altre aziende del settore, oltre alla Orbital Sciences che ha perso il razzo Antares, una manciata di aziende operano nel vuoto lasciato dalle cessate missioni Shuttle della NASA. La Space X, fondata da Elon Musk il visionario tecnofilo padrone della Tesla, ha recentemente spartito con la Boeing appalti governativi per il valore di $6.8 miliardi. La missione persa dalla Orbital Science era la terza in una serie di otto contrattate dal governo per rifornire la stazione orbitante. Oltre alle applicazioni governative il turismo spaziale era considerato il settore dal maggiore potenziale per la crescita e gran parte delle speranze posavano appunto sul velivolo Virgin che aveva entusiasmato gli appassionati col suo rivoluzionario design. Per lo Spaceship Two Burt Rutan l’ingegnere aeronatutico divenuto celebre nel 1986 per aver circumnavigato il globo senza soste sul Voyager (l’evento è tuttora commemorato da un murale all’entrata del paese di Mojave), si era ispirato al concetto di un birdie da Badmington, inventando un aeronave fatta per rientrare dal volo suborbitale in una spirale frenante prima di planare a terra come un aliante.

Si tratta, certo in parte di un gioco per miliardari, lo confermano gli 800 biglietti prevenduti a $250.000 l’uno a vip come Justin Bieber, Leonardo Di Caprio e Angelina Jolie, ma gli aerei sperimentali che si sbirciano nei dintorni del vecchio aeroporto nel deserto che è diventato mecca di inventori, sono anche diventati simboli di un “partito dell’innovazione” che lamenta l’abdicazione dell’esplorazione e della leadership tecnologica da parte della NASA. Si da il caso che proprio questo sia  anche uno dei temi di Interstellar, il nuovo film di fantascienza di Cristopher Nolan, il cui protagonista è un pilota spaziale ridotto a fare l’agricoltore in un prossimo futuro alle prese col disastro ambientale in cui la NASA è diventata un organizzazione clandestina ostacolta da governi oscurantisti, in cui qualcuno dice: «Ormai il mondo non ha più bisogno di scienziati e ingegneri». Una distopia da incubo per una generazione cresciuta in qualche modo all’ombra delle imprese spaziali dei padri , e che dopo l’ultima missione Shuttle aveva riposto le proprie speranze nel nuovo liberismo spaziale. Dopo il disastro di venerdì il partito dello spazio si sente oggi ancora più orfano.