Per il quarto giorno consecutivo il numero dei nuovi casi positivi è in aumento. Ieri sono stati 574, una cinquantina in più del giorno prima. Rimane basso il numero di decessi, fermi a 3 nelle ultime 24 ore.

Il Veneto è la regione con i dati peggiori. Ieri i casi registrati sono stati 127 e l’indice di contagio è da diverse settimane al di sopra della soglia 1, oltre la quale il contagio si espande esponenzialmente. Simile la situazione della Lombardia che ha sfiorato il centinaio di tamponi positivi. Numeri elevati si registrano anche in Emilia-Romagna, Lazio e Campania. In questa fase dell’infezione il virus colpisce in modo più uniforme le aree del Paese. La regione con l’indice di trasmissione più elevato è la Sicilia, con un Rt pari a 1,41.

LA NUOVA DINAMICA del contagio viene spiegata dai tecnici con i casi di importazione. «In quasi tutte le Regioni – scrive l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della salute – sono stati diagnosticati nella settimana di monitoraggio nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato estero. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine». Risultato: i focolai attivi censiti sono ben 925 «di cui 225, entrambi in aumento per la seconda settimana consecutiva» e «vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine».

LA PRIMA FONTE del contagio ora sono i rientri dalle vacanze. Nel Lazio, ad esempio, 22 dei 45 casi di ieri derivano da giovani tornati dalle ferie. In Toscana sono 14 su 26, in Umbria 7 su 8. Si tratta di persone che provengono sia dall’estero che dai luoghi di vacanza nostrani. Per frenare la diffusione del contagio derivante dal turismo interno, in diverse regioni ballare all’aperto è diventato di nuovo illegale o riservato a pochi. Ma l’accavallarsi di decreti nazionali e ordinanze regionali rende difficile attuare una strategia di prevenzione coordinata ed efficace. Il Dpcm del 7 agosto aveva vietato tout court il ballo all’aperto fino a settembre. Ma aveva lasciato alle regioni la possibilità di riaprire i locali in autonomia «in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori».

Diverse avevano approfittato della deroga. Calabria e Basilicata, ad esempio, avevano riaperto i locali, ma hanno dovuto richiuderli ieri in fretta e furia. Rimangono aperte, ma con capienza dimezzata e obbligo integrale di mascherina, in Emilia-Romagna e Veneto, tra le proteste degli imprenditori del turismo della riviera adriatica.

NON È ESCLUSO che a questo punto tocchi al ministro Roberto Speranza emanare un nuovo provvedimento che fissi regole uguali e uniformi e, soprattutto, chiare per chi deve rispettarle. Fino all’altroieri Sileri smentiva l’ipotesi: «Meglio invitare i giovani a scaricare l’applicazione Immuni – aveva detto il viceministro – perché è vero che le discoteche hanno l’obbligo di registrare quelli che entrano, ma immaginate un positivo in una discoteca con 400 o 500 persone: come fai a rintracciare tutti in tempi rapidi tali da evitare una ripresa con altri focolai satellite?». Ma da fonti governative si apprende che le ordinanze regionali sarebbero il frutto del pressing congiunto del ministro della salute e del suo collega agli affari regionali Francesco Boccia. Non sarebbe una novità a livello europeo: la decisione di chiudere le discoteche a Ferragosto è già realtà in Spagna, dove la movida è stata vietata dopo i quasi tremila nuovi positivi registrati in 24 ore.